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Agognata felicitàLa felicità è una ricerca lunga tutta la vita, il sogno più grande di tutti gli esseri viventi. La si insegue con foga, sfiorandola a più riprese, senza tuttavia riuscire raggiungerla definitivamente, tanto che per la maggior parte di noi rimane soltanto un miraggio lontano. Da sempre la ricerca della felicità è un argomento dibattuto da filosofi e saggi di ogni epoca, in quanto tocca le aspirazioni più profonde dell'essere umano, ma se da un lato possiamo ispirarci ai consigli illuminati di alcuni, dall'altro dobbiamo diffidare delle strategie ingannevoli di chi promette felicità, ma di fatto approfitta delle debolezze o del denaro altrui. Perchè non siamo feliciQuante volte ti è capitato di vivere dei bei momenti e di sentirti ad un passo dalla felicità più grande e duratura per poi perderla un istante dopo, come in un'illusione, con il risultato di ritornare più insoddisfatto o frustrato di prima? Anche se nella maggior parte dei casi conduciamo una vita esente da problemi di grave entità, abbiamo cibo a sufficienza sulle nostre tavole e godiamo di una discreta salute, perché non riusciamo ad essere felici? Il motivo è scritto nei geni. Ebbene sì, oltre alle avversità quotidiane, dobbiamo fare i conti con una realtà parecchio subdola, un vero e proprio tasto dolente che ci portiamo dietro dal momento in cui nasciamo, infatti, circa il 50% della percezione della felicità è influenzato dal nostro carattere di base, una quantità considerevole se pensiamo che quando si sopraggiunge un problema il bicchiere è già mezzo vuoto. Insomma, se siamo dei pessimisti cosmici sarà difficile vedere il lato positivo della medaglia e coglierne le opportunità. Circoli viziosiNel corso della vita è facile diventare schiavi di alcuni schemi comportamentali tipici dell'essere umano che ci introducono all'interno di circoli viziosi da cui è difficile uscire. Ecco un esempio che tutti abbiamo sperimentato: si desidera fortemente qualcosa, si fa di tutto per averla, addirittura sembra di non poter vivere pienamente senza di essa, tuttavia una volta che la si ottiene il suo fascino si affievolisce in poco tempo e si finisce per sostituirla con un nuovo irrinunciabile desiderio. La verità è che l'essere umano un po' per natura e un po' per avidità è portato a desiderare sempre di più: i beni materiali, il successo lavorativo, economico e sociale, l'adeguamento ai canoni estetici, spesso sono le aspirazioni più agognate. Purtroppo quando si ricercano obbiettivi di questo tipo il fallimento è dietro l'angolo per via della loro natura effimera, persino quando si raggiungono tali mete subentra spesso uno stato di assuefazione tale da far tornare il soggetto all'abituale livello di insoddisfazione: ben presto tutto apparirà di nuovo piatto e grigio. Una buona notiziaAllora come fare se siamo predestinati ad essere infelici già nel DNA? Come possiamo avvicinarci a questo ideale che sfugge continuamente da sotto il naso? Tranquilli, resta ancora un altro buon 50% su cui possiamo lavorare: se da un lato il nostro carattere lo ereditiamo alla nascita, è anche vero che tutto il resto lo costruiamo giorno dopo giorno attraverso l'esperienza e lo stile di vita, adottare uno stile di vita appropriato alle nostre reali esigenze è, infatti, un potentissimo antidoto all'infelicità. Il primo passo da fare è riconoscere i meccanismi che ci fanno cadere nei suddetti circoli viziosi. Come prima cosa occorre scardinare la falsa percezione della felicità, che spinge a scambiare il desiderio di potere e ricchezza per i criteri da soddisfare in cambio della felicità. Si tratta di uno degli errori più comuni in cui inciampiamo durante la nostra ricerca, che purtroppo distoglie da ciò che può renderci davvero felici e soprattutto da ciò che può farlo in maniera più stabile e duratura. Questo non significa rinunciare agli obiettivi mondani ma evitare che essi costituiscano una distrazione lungo il nostro cammino verso la felicità. Scoprire cosa ci rende davvero felici
Più che alla nostra reale felicità, infatti, siamo abituati ad aspirare a ciò che la società ci induce a credere che essa sia, così, raramente da adulti diventiamo l'espressione armonica di noi stessi, ma cerchiamo di seguire uno schema prestabilito, incarnando ciò che il mondo si aspetta da noi. Spesso non ci rendiamo conto che ciò che ci dà più gioia e soddisfazione spesso non si trova nei beni materiali e non sempre coincide con ciò che rende felici gli altri. La felicità non è appariscente, deve appartenere prima di tutto al nostro mondo interiore, solo in questo caso potremo goderne pienamente condividendola con chi ci sta accanto. Per questo bisogna provare a fare chiarezza, capire quali sono le nostre reali esigenze, le cose di cui abbiamo effettivamente bisogno, discernere tra le persone positive e quelle invece che ci appesantiscono, tra le abitudini sane e quelle che avvelenano la vita. A questo punto occorre fare tabula rasa, un bel reset per ricominciare nel modo giusto. Eliminare le sovrastrutture, le relazioni tossiche e le cattive abitudini è una condizione necessaria: tenere solo le cose giuste per noi ci renderà più leggeri, pronti per spiccare il volo. Carpe diemUn'altra trappola in cui si rimane frequentemente incastrati consiste nel vivere proiettati perennemente nel passato o nel futuro: sappi che questo è il modo più facile per lasciarci sfuggire tutte le gioie che può offrirci il presente. Bisogna sganciarsi da questa gabbia, vivere il momento presente, carpe diem dicevano gli antichi, cioè saper cogliere l'attimo, qui e ora. Assaporare l'istante che stiamo vivendo, minuto per minuto, mette in luce le mille opportunità che il presente ci offre, pone l'attenzione su ogni azione compiuta, su ogni parola detta, sulle tante sfumature che costituiscono il nostro quotidiano, ne svela la vera essenza, permettendoci di vivere in maniera più piena e consapevole. Come iniziare ad essere feliciImparare a godere delle piccole cose, che di solito ignoriamo e che in realtà si rivelano i piaceri più stabili e duraturi, è fondamentale, esse costituiscono il vero sale della vita. Lo Yoga con il suo sapere millenario ce lo insegna attraverso il concetto di santosha o contenezza, un principio che è in grado di indurre nel tempo grande soddisfazione e pace interiore. Un esercizio utile da fare ogni mattina appena svegli è quello di dedicare qualche istante a ricordare le piccole cose belle intorno a noi, se impariamo a scovarle o semplicemente a farci caso ci accorgeremo che sono davvero tantissime. La pratica della gratitudine, invece, ci invita essere grati per ciò che ci circonda e per ciò che siamo e rappresenta un altro splendido esercizio che genera gioia, positività e che ci farà apprezzare di più le nostre giornate. Introdurre abitudini sane, esercitare il pensiero positivo e la consapevolezza portano benefici sorprendenti, per far ciò possiamo iniziare stabilendo un sankalpa, ovvero un'intenzione che ci impegneremo a sviluppare giorno dopo giorno attraverso piccole azioni in armonia con il nostro essere. L'azione è il motore di ogni cambiamento e dietro ogni azione c'è sempre un'intenzione, il sankalpa ci aiuterà a progredire in questa direzione e ci donerà grande equilibrio e senso di pienezza. Poiché la felicità non cade dal cielo ma è uno stato che occorre conquistare quotidianamente, essere felici si può definire come un atto di volontà, il migliore che possiamo compiere ogni giorno della nostra vita. Leggi ancheI commenti sono chiusi.
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