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Che cos’è l’acqua di San Giovanni?L’acqua di San Giovanni è un infuso di fiori e piante, lasciate a macerare per tutta la notte all’aperto, con cui si compie un lavaggio rituale simbolo di purificazione fisica e spirituale. La sua preparazione è semplice ma densa di significato e avviene durante una notte considerata “magica” dalla tradizione popolare, in cui, secondo le credenze, la rugiada assumerebbe poteri curativi e rigeneranti, caricandosi della forza vitale della natura che si trova al suo apice. Le origini del rituale L’acqua di San Giovanni è una tradizione profondamente radicata nelle aree rurali italiane e in alcune zone dell'Europa mediterranea, una pratica plurisecolare, sorta da un’affascinante stratificazione di consuetudini e credenze derivanti dai culti pagani, cristiano e da antiche conoscenze botaniche. Questa tradizione conserva ancora oggi il suo prezioso valore simbolico e gode di un'estesa diffusione. Il rito si perpetua nella notte tra il 23 e il 24 Giugno, in coincidenza della festa di San Giovanni e in prossimità del solstizio d’estate, quando la primavera, straripante di foglie e fiori, cede il passo alla stagione dei frutti e delle messi, l'estate. Questo è un periodo dell’anno particolarmente delicato, dal momento che può essere turbato da improvvisi e violenti temporali e siccità, che rappresentano una pericolosa minaccia per la riuscita dei raccolti. La leggenda pagana narra che durante questa notte l’energia benefica del cosmo e i futuri nascituri scendano sulla terra sotto forma di rugiada, che si tramuta per l'occasione in un potente elisir di fecondità e fortuna per il raccolto e la comunità. Con l’avvento del cristianesimo le antiche pratiche pagane, già cariche di energia e simboli ancestrali, assunsero le sembianze di una sorta di battesimo di passaggio che segnava il sopraggiungere dell’estate: i contadini, come novelli Giovan Battista, compivano lavaggi rituali, volti a purificare il corpo e lo spirito e ad assicurare protezione contro malattie, sfortuna e avversità. L’acqua sacra veniva poi aspersa su porte e finestre per impedire l’ingresso di spiriti maligni, ma anche sui campi per auspicare un prospero raccolto e sui giacigli di neonati e anziani per invocare protezione e longevità. Fiori ed erbe: quali piante si raccolgono e perchéLe piante e i fiori che si raccolgono per la preparazione dell’acqua di San Giovanni variano in base alla flora locale e alle usanze del territorio o del gruppo di appartenenza, tuttavia, alcune specie botaniche sono ricorrenti. L’ingrediente più noto è l’iperico, conosciuto anche come "erba di San Giovanni" e associato sin dai tempi precristiani a forze apotropaiche, noto per le preziose proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e calmanti. Accanto all’iperico, si usano diversi fiori, in particolare la lavanda, rigenerante e rilassante, la rosa, che simboleggia amore e bellezza e rende l’epidermide vellutata, la camomilla, per suo effetto calmante, la malva, che ha proprietà emollienti. Non mancano poi le erbe, come la salvia, che detiene un importante valore rituale, usata fin dall’antichità per la purificazione degli ambienti e le cerimonie sacre, il rosmarino, che favorisce la concentrazione ed ha proprietà depuranti e rinforzanti, il basilico, aromatico e rinvigorente, ma anche aglio, timo, sambuco, artemisia e ruta. L’etnobotanica, riconosce queste piante come parte integrante di un sapere popolare antico, ricco di virtù terapeutiche e usi legati alla sfera spirituale. Preparare l’Acqua di San Giovanni: un gesto semplice e potenteOggi il rituale dell’acqua di San Giovanni rappresenta una tregua dal frenetico tran tran quotidiano, un atto di devozione verso la natura e un momento dedicato a se stessi per riportare equilibrio tra corpo, mente e spirito. Questi gesti evocativi e intenzionali vengono accompagnati da un’invocazione o un proposito per l’avvenire, disegnano un ponte tra il visibile e l’invisibile, un elemento d'unione tra passato, presente e futuro. Come si fa l’acqua di San GiovanniPreparare l’acqua di San Giovanni prevede alcuni semplici gesti che racchiudono compenetrazione e intenzionalità. Procurati un recipiente, preferibilmente di vetro o ceramica, e segui la procedura che trovi qui sotto per fare l’acqua di San Giovanni e il rito del mattino come da tradizione.
Procedura
Come utilizzare l’acqua di San GiovanniIl rito dell'acqua di San Giovanni abbraccia sia la sfera fisica che quella simbolica, pertanto durante la raccolta, la preparazione e la pratica del risveglio cerca di compiere gesti lenti e consapevoli. Al mattino prima di lavarti con l'acqua di San Giovanni onora la natura e formula un'intenzione di purificazione e rinnovamento, pensando ad un proposito, obbiettivo o progetto per il futuro che sia positivo, fresco e costruttivo, oppure esprimi una preghiera di gratitudine e protezione. Oltre al lavaggio del viso e delle mani, puoi usare l’acqua per aspergere oggetti, ambienti, piante e persino i bimbi e i tuoi amici a quattro zampe, in segno di fortuna e prosperità. Se non trovi i fiori e le erbe che si usano convenzionalmente, puoi raccoglierne tarassaco, artemisia, gelsomino, basilico, menta ed altri a tuo piacimento, scegliendoli in base alle proprietà terapeutiche e simboliche che preferisci, evitando tutte quelle piante che possano rilasciare sostanze tossiche nell’acqua. ![]() In passato era consuetudine conservare l’acqua di San Giovanni all’interno di fiale e bottiglie da usare al bisogno nei periodi più difficili, ad esempio durante le malattie, dopo un lutto o una forte delusione, tuttavia, oggi se ne sconsiglia la conservazione, a meno che non sia fatta bollire o non sia distillata. Meglio optare per un macerato fresco, riproponendo il rito anche in altri momenti dell’anno, ogni qual volta si senta il bisogno di un risveglio profumato, propositivo e rigenerante. In ogni caso, se vogliamo custodire simbolicamente l’energia del rito, è possibile conservare i fiori e le erbe usati per l'acqua sacra dopo averli essiccati, riponendoli in sacchetti e scatoline. Come agisceL’acqua di San Giovanni è in grado di regalarci una sferzata di benessere, essa agisce sul corpo e sulla psiche, sfruttando le proprietà aromaterapiche e officinali delle erbe, portando serenità, presenza mentale e una pelle profumata e luminosa. Inoltre, l’aspetto simbolico lavora a livello profondo, offrendo uno spazio di cura del sé, un'occasione per sintonizzarci con la natura e l’energia estiva, positiva e vivificante. Oggi ritornare a questi gesti antichi significa concedersi una pausa che aiuti a riconnettersi con la profondità del presente e a riconoscere la bellezza nelle piccole cose, per nutrire il proprio spazio interiore. Tra benessere e memoria collettivaIl rito dell’acqua di San Giovanni può essere inteso come una forma di igiene emozionale, una pratica di rinnovamento personale, ma anche collettivo. Questo rito infatti può essere un'occasione piacevole e rilassante per trascorrere del tempo di qualità con familiari e amici, in cui la condivisione del gesto può rinsaldare i legami, lenire le tensioni e rafforzare la coesione tra gli individui. Alla luce di queste riflessioni è riduttivo relegare questa pratica a mera suggestione folcloristica, occorre, piuttosto, adottare un'ottica scevra da preconcetti: l’acqua di San Giovanni non è una superstizione obsoleta, bensì una pratica viva, capace di dare continuità culturale e coniugare benessere e consapevolezza. I benefici dell’Acqua di San Giovanni
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