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Che cosa significa AparigrahaAparigraha, è l'ultimo dei cinque Yama della filosofia Yoga, si riferisce al concetto di non attaccamento, ovvero alla non possessività e non avidità. La parola aparigraha deriva dal sanscrito dove a significa "non" e parigraha significa "possedere" o "prendere". Nello Yoga questo principio è considerato un percorso verso l'appagamento e la liberazione, che nella vita quotidiana incoraggia gli individui a lasciare andare quello che non serve, ad allentare l'attaccamento eccessivo verso oggetti, beni (materiali e non) ma anche il sentimento di possesso nei confronti delle persone e degli altri esseri viventi, inoltre, spinge a coltivare la gratitudine e il momento presente, facendoci apprezzare ciò che abbiamo liberandoci dal costante impulso ad avere di più. Praticando aparigraha impariamo a lasciar andare il superfluo in modo da creare spazio per la crescita personale e lo sviluppo spirituale. Dalle origini ai nostri giorniNel corso della storia anche il concetto di aparigraha si è evoluto, anticamente in India veniva praticato dai rinuncianti (sadhu) e dagli asceti che conducevano una vita semplice ed essenziale, ancora oggi è un principio seguito da chi vuole privilegiare l'aspetto spirituale, specialmente in ambito religioso, come nel caso dei monaci jainisti, per i quali aparigraha costituisce uno dei cinque giuramenti. In Occidente, esistono pratiche assimilabili a tale principio, che trovano la loro più spiccata espressione nel voto di povertà al quale si legano alcune congregazioni e ordini monastici, ma si colgono alcune declinazioni convergenti anche nel mondo laico, in special modo in ambito filosofico e sociale, ad esempio nella celebre teoria della decrescita felice. L’attaccamento ai beni materiali viene considerato da sempre un ostacolo al progresso spirituale in quanto porta la mente e il cuore verso distrazioni esterne, facendo perdere di vista l'essenza della vita e il mondo interiore, per tale motivo è praticato con tanto fervore in ambito mistico e filosofico, tuttavia, nella società contemporanea questo principio viene interpretato in maniera più elastica in modo da poter essere fruito da un numero maggiore di persone e adattarsi meglio allo stile di vita moderno; così, aparigraha trova un compromesso virtuoso ma praticabile, stabilendo un equilibrio tra i nostri bisogni materiali, i desideri e le nostre esigenze di crescita spirituale. Il SutraQui sotto è riportato il passo che riguarda di aparigraha tratto dallo Yoga Sūtra: 2.39 aparigrahasthairye janmakathaṃtāsaṃbodhaḥ Traduzione aparigraha: non possesso sthairye: stabilità janma: nascita, vita kathaṃtā: il perchè, il senso saṃbodhaḥ: piena conoscenza Quando si è stabili nel non trattener [nulla per sé] (aparigrahasthairya), si com- prende (saṃbodha) l’effettiva modalità del generarsi (janmakathaṃtā). [F. Squarcini(a cura di), Patañjali, Yogasūtra, Giulio Einaudi editore, Torino, 2015] Significato Solo chi è distaccato dalle cose materiali e non è possessivo può comprendere pienamente il senso della vita Aparigraha nella vitaAparigraha nella vita quotidiana può aiutarci a vivere più leggeri e felici, questo principio ci invita a coltivare la sobrietà e la moderazione, a possedere e acquisire solo ciò che è necessario, rinunciando al superfluo. Se ripensiamo alla quantità di roba da cui siamo circondati ci renderemo facilmente conto che non abbiamo bisogno della maggior parte delle cose che possediamo per condurre una vita felice e appagata, nonostante ciò, tendiamo ad accumulare beni di ogni genere e lo facciamo non solo per avidità, ma anche spinti dai dettami esterni, come quelli del fast fashion, della politica dell'usa e getta, degli status symbol imperanti e dei modelli che ci propinano i social, sviluppando inevitabilmente una vera e propria dipendenza dal possesso. Tuttavia, molti di questi beni non sono effettivamente necessari né vantaggiosi, piuttosto rappresentano delle foglie secche e spesso malate che finiscono per costituire inutile zavorra per noi stessi e per l'ambiente. La strada giusta per alleggerirti può essere quella di abbracciare il minimalismo, uno stile di vita sobrio ed essenziale, che invita a mantenere solo i beni che hanno un senso nella propria quotidianità e sprona a ridurre i consumi e gli sprechi. Una strategia valida è il decluttering periodico, un ottimo esercizio che insegna il non attaccamento: eliminare o donare tutto quello che non usi ti farà sentire più leggero e creerà spazio fisico e mentale. Fai acquisti consapevoli, chiediti sempre se è il caso di comprare qualcosa di nuovo, se è necessario, sostenibile o se possiedi già un bene simile, prendi solo ciò che ti serve davvero, alla fine anche il tuo portafogli e il pianeta ringrazieranno. Quando possibile condividi i beni e i servizi con gli altri, non sempre è necessario possedere le cose, in molti casi è possibile farne un uso partecipato più responsabile: sfrutta i mezzi pubblici, il car e l'home sharing, le biblioteche, i laboratori e gli orti comunitari, ancora più in piccolo l'abbigliamento e tanti altri oggetti di uso quotidiano possono essere condivisi con più soggetti, ad esempio da persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare o che trascorrono molto tempo insieme. Aparigraha ci invita a coltivare il distacco dalle cose materiali e non solo, praticando questo principio possiamo liberarci dagli attaccamenti emotivi per abbracciare la semplicità e trovare appagamento in relazioni di valore. Il distacco può essere un passaggio davvero difficile e doloroso, soprattutto se riguarda la rinuncia a determinati sentimenti o la separazione dalle persone a cui siamo legati, come nel caso di un lutto, di relazioni sulla via del tramonto o rivelatisi tossiche, tuttavia, imparare a lasciare andare è fondamentale per il nostro benessere psicofisico, a volte dare un taglio è indispensabile per voltare pagina e procedere con la propria vita e la propria evoluzione interiore. Spesso facciamo fatica a fare i conti con la mutevolezza dell'esistenza: il trascorrere del tempo, lo sfiorire della bellezza giovanile, le trasformazioni dovute ad una malattia, un licenziamento o la conversione di un lavoro, la morte, possono generare sofferenza, paura e senso di instabilità, imparare a sostenere queste sfide con un po' di distacco ci aiuterà ad affrontare meglio le perdite e i cambiamenti. Aggrapparsi a ideali, principi, sentimenti e abitudini non più in armonia con il proprio modo di essere o non salutari può rappresentare un impedimento alla propria crescita, recidere il legame può essere liberatorio, può lasciare spazio a qualcosa di nuovo, più in sintonia con la propria essenza. Ogni tanto mollare la presa sulle idee è salutare, ad esempio se ti accorgi che sono deleteree, oppure diventate obsolete, o ancora non riescono a progredire o non apportano nulla di significativo nella tua vita. Tenere le idee riservate, inoltre, non sempre si rivela la soluzione migliore, a volte non permette lo sviluppo delle potenzialità di cui sono portatrici, così per colpa dell'avidità finiamo per tarpare le ali ai nostri pensieri e ai nostri progetti, piuttosto scegli di condividerle con gli altri, darai loro una chance in più per crescere ed evolversi in modi talvolta inaspettati. Di tanto in tanto chiediti "Che valore dà alla mia vita e a quella degli altri?", "Mi appesantisce o mi arricchisce?", "Sono in grado di gestire tutto questo?", "Sono in grado di farlo da solo?", "Crescerebbe se condivisa?", "Potrebbe essere più utile a qualcun altro?". Il desiderio esprime il forte attaccamento alle cose, alle persone, alle idee e alla vita stessa, di per sé non è negativo perché ci aiuta a tenere acceso l'istinto di sopravvivenza e rappresenta uno stimolo a migliorare, tuttavia se non controllato infiamma l'ego che finisce per prendere il sopravvento, spingendoci a rivolgere tutta l'attenzione verso l'esterno anziché dentro noi stessi e verso il proprio mondo interiore e facendoci perdere di vista le cose che contano davvero. Quando ti senti bombardato dai desideri compulsivi, concentrati sul momento presente e su ciò che hai anziché su ciò che vorresti, focalizzati sui sentimenti positivi e sugli affetti sinceri, vivi giorno per giorno senza accumulare beni e relazioni superflue. Esercita santosha, cioè impara a riconoscere l'abbondanza che già esiste dentro e intorno a te piuttosto che cercare costantemente fonti edonistiche di soddisfazione: tenere solo l'essenziale ti farà godere della meravigliosa grazia delle piccole cose e ti farà procedere più spedito verso gli obbiettivi veramente importanti. Seguire il principio di non attaccamento, dunque, non significa rinunciare a tutti i beni materiali né ai propri desideri, bensì percorrere il cammino della vita più leggeri e con meno impedimenti. Aparigraha ci rende liberi, insegnandoci a lasciare andare, ad abbracciare il viaggio piuttosto che fissarci sul raggiungimento della meta, ci incoraggia a essere presenti e ad accettarci come siamo, senza fronzoli e giudizi, ci fa scoprire tutta la bellezza della semplicità, ci indica dove risiede il vero valore delle cose, mostrandoci l'essenza della vita e ricordandoci che la vera felicità non viene dall'esterno ma è dentro di noi. Leggi anche I commenti sono chiusi.
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