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Spesso si crea un po' di confusione tra Dhāraṇā e Dhyana, che sono dei livelli strettamente contigui, ma differenti: mentre il primo indica l'atto del concentrarsi, nel secondo caso stiamo parlando della vera e propria meditazione. Dhāraṇā è il momento in cui incanaliamo la mente verso il punto prescelto, l'attimo in cui stabiliamo il primo contatto con l'oggetto della meditazione, escludendo tutto il resto dalla nostra attenzione, grazie anche allo stabilirsi del precedente stato di Pratyahara, il ritiro dei sensi. La concentrazione, infatti, non è un blocco uniforme, piuttosto uno sfumare di intensità, un crescendo di piccoli equilibri che ha inizio nel momento in cui portiamo la mente ad applicarsi su qualcosa, prosegue con il tentativo di allontanare tutti gli elementi che disturbano l'attenzione, come pensieri e stimoli ambientali, e finisce nell'istante in cui la concentrazione è massima e non subisce distrazioni, creando a questo punto le premesse per lo stadio successivo. Infatti, quando la concentrazione è ormai stabile e perdura senza più vacillare subentra automaticamente Dhyana, la meditazione, un flusso ininterrotto di consapevolezza. I commenti sono chiusi.
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