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Che cosa significa Brahmacharya Brahmacharya, fa parte degli Yama, i principi morali della filosofia Yoga, e si riferisce alla pratica dell'autocontrollo e della moderazione dei sensi con particolare riferimento all'energia sessuale. La parola brahmacharya è composta da due termini sanscriti: brahma che significa "Assoluto" o “divino” e che si usa per indicare il dio vedico della creazione, colui che è non diverso da Sé o Atman (essenza), e charya che invece vuol dire “procedere”, “attività", “condotta”, la parola completa può essere, dunque, intesa come “agire secondo la propria essenza” oppure come “procedere verso l’essenza o l'Assoluto”. Brahmacharya è di certo il principio tra Yama e Niyama più discusso e controverso, non è insolito che generi una certa confusione in chi vi si approccia, nei prossimi paragrafi tenteremo, perciò, di fare un po’ di chiarezza e di conoscere meglio questo concetto. Iniziamo col dire che esso è diverso dal semplice celibato, si riferisce piuttosto al pieno controllo del corpo e della mente, alla capacità di dominare gli impulsi dei sensi, quindi, i pensieri e le azioni che ne derivano. Nella filosofia Yoga, brahmacharya è visto come un mezzo per preservare e incanalare l'energia vitale, nota come prana, in modo da sublimarla e innalzarla verso l'alto, praticando la continenza è possibile sfruttare questa energia per reindirizzarla verso obiettivi più elevati come la crescita spirituale e l'autorealizzazione. Dalle origini ai nostri giorni Anticamente l’astinenza veniva praticata da monaci e asceti che rinunciavano ai desideri mondani e dedicavano la propria vita alla ricerca spirituale. Il celibato è un voto molto comune in ambito religioso anche in Occidente proprio perché si ritiene che aiuti a rimanere concentrati verso il divino, evitando le distrazioni della carne, è noto che i giainisti e la maggior parte dei monaci delle diverse confessioni e filosofie facciano voto di castità durante il loro percorso spirituale. Oltre allo Yoga Sutra che esamineremo a breve, diversi testi antichi citano questo Yama, ad esempio nel Shandilya Upanishad si definisce brahmacharya come l'astensione sessuale in tutti i luoghi e in tutti gli stati della mente, della parola e del corpo, mentre nel grande poema epico Mahabharata viene riconosciuta quale virtù in grado di condurre alla conoscenza del Brahman e all'unione con il Sé Supremo. In India brahmacharya era usato per riferirsi al primo degli āśhrama, le quattro fasi della vita (brahmacharya, grihastha, vanaprastha e sannyasa), essa occupava tipicamente i primi 20–25 anni degli appartenenti alla casta dei Brahmani (sacerdoti e intellettuali) ma poteva essere sperimentata anche in altri periodi della vita. I giovani studenti che seguivano un maestro spirituale vivevano nel gurukul (la casa/scuola del Guru), rispettando un rigoroso celibato per meglio concentrarsi negli studi e apprendere gli strumenti per l’autorealizzazione, in ogni caso solo dopo questo periodo si poteva celebrare il Samavartanam, la cerimonia di diploma per accedere al grihastha, cioè al matrimonio e alla vita familiare, altrimenti si poteva proseguire intraprendendo direttamente la strada verso l’ascetismo con la terza e la quarta fase, ovvero vanaprastha (abitante della foresta) e sannyasa (rinuncia). Il concetto di brahmacharya, tuttavia, si è evoluto nel corso della storia, la castità non è più richiesta ai giovani studiosi né ai praticanti yogin, le interpretazioni moderne hanno una visione molto più ampia ed elastica di questo principio, sottolineando piuttosto la necessità di bilanciare le energie, l’importanza di intraprendere delle relazioni sessuali sane e mantenere una mente libera dalla schiavitù del desiderio, in modo da non non interferire negativamente sulla crescita armonica e virtuosa dell'individuo. Il SutraQui sotto è riportato il passo che riguarda di brahmacharya tratto dallo Yoga Sūtra: 2.38 brahmacaryapratiṣṭhāyāṃ vīryalābhaḥ Traduzione brahmacarya: continenza, procedere verso l'essenza pratiṣṭhā(yāṃ): essere stabili vīrya: vigore, energia lābha(ḥ): acquisire, guadagnare Quando stabilmente fondati nel non compimento dell’attività sessuale (brahma- caryapratiṣṭhā), vi è il preservarsi del vigore (vīryalābha). [F. Squarcini(a cura di), Patañjali, Yogasūtra, Giulio Einaudi editore, Torino, 2015] Significato Praticando la moderazione delle attività legate ai sensi con fermezza e convinzione si può procedere verso la ricerca dell’essenza, in questo modo si ottiene grande forza e vitalità. Brahmacharya nella vita Quella sessuale rappresenta un’energia molto potente, si tratta di uno dei motori trainanti per il genere umano e per gli altri esseri viventi, un’istinto primordiale utile a garantire la sopravvivenza della specie, tanto che molte scelte che si compiono ogni giorno sono influenzate più o meno direttamente da essa, spesso senza che nemmeno ve ne sia la consapevolezza. Il dispendio di risorse fisiche e psicologiche che destiniamo alla sfera sensuale può essere davvero molto elevato, soprattutto in alcuni periodi della vita, e può portare a dei disequilibri in altri ambiti della nostra esistenza. Brahmacharya ci aiuta a capire se è il caso di impiegare le nostre risorse per soddisfare i sensi o se qualche volta possiamo risparmiare le energie per realizzare qualcosa di più elevato, questo implica una riflessione più attenta verso i pensieri, le azioni e le parole che riguardano i nostri impulsi e desideri. Esaminiamo le nostre abitudini, il modo in cui utilizziamo la nostra energia, brahmacharya significa conoscere l'impatto che le nostre scelte hanno su noi stessi e sugli altri in modo da prendere decisioni consapevoli in merito alle relazioni affettive e agli obbiettivi prioritari per la nostra realizzazione. Cerchiamo di dare il giusto valore alla sessualità, non anteponiamola mai alla fiducia e al rispetto verso il partner, ricordiamo che nelle pratiche erotiche il consenso deve essere sempre una priorità, riserviamo il giusto spazio al piacere sensuale: fisico o mentale che sia, esso si deve armonizzare all’interno della nostra vita e non dovrebbe rappresentare un’ostacolo ai nostri obbiettivi e alla nostra crescita interiore. La pratica di brahmacharya attraverso una sapiente gestione dell'energia permette di sviluppare forza e vitalità per condurre la propria esistenza guidati da una visione superiore, ma può essere utile anche per lo sviluppo di una vita sessuale armoniosa e per una genitorialità feconda, sperimentata in maniera profonda e consapevole. Se è vero che brahmacharya tradizionalmente si riferiva all'energia sessuale, nella nostra epoca questo principio andrebbe esteso a tutti gli eccessi legati alla sfera dei sensi e ai diversi ambiti della vita, ciò si traduce nel porre un limite all'edonismo sfrenato e inconcludente. Spesso, infatti, siamo schiavi degli istinti, tanto da delegare ai piaceri materiali il successo, il senso di realizzazione, persino la nostra felicità, tuttavia, si tratta di godimenti effimeri che in breve tempo lasciano la persona nuovamente in preda alla bramosia e all'insoddisfazione, che impiegano grandi quantità del nostro tempo e sottraggono ingenti porzioni dal nostro capitale energetico. Le dipendenze dal sesso, dal cibo, dallo shopping, dalle droghe, dai media e oggi più che mai dai social, risucchiano vitalità utile alla nostra trasformazione interiore, rinunciare alla ricerca spasmodica dei piaceri sensuali aiuta a creare lo spazio necessario per entrare in contatto con la nostra vera natura. Questo non vuol dire rinunciare ai piaceri dei sensi, semmai significa includerli nella propria vita in maniera più equilibrata, pertanto porsi alcune domande può essere utile a comprendere se è il caso di modificare qualcosa. Chiediamoci "Sto sprecando le mie risorse psicofisiche solo per inseguire un capriccio dei sensi? È davvero utile per me in questo momento? Sto rispettando l’altra persona? Si tratta di un pensiero ossessivo o ben bilanciato? Che implicazioni ha nella mia vita quotidiana? Sta interferendo con obbiettivi più importanti?". Moderare le attività edonistiche apporta diversi benefici, incanalare l'energia dei sensi in una direzione diversa aiuta a trovare stabilità e vigore, stimola la creatività, insegna la disciplina, migliora la concentrazione, sviluppa chiarezza mentale, contribuisce a renderci più proficui e permette di investire sulla crescita della propria persona, infine ci prepara ad affrontare le varie fasi della vita e i momenti di difficoltà con maggiore serenità. Lo Yoga offre diverse pratiche fisiche e meditative per imparare a gestire l'energia sensuale: essere in grado di controllare i propri impulsi permette di vivere i propri desideri pienamente ma in maniera bilanciata e costruttiva, consente di preservare la forza vitale, lasciandoci a disposizione la carica necessaria per i nostri progetti più importanti o per i momenti in cui ne avremo maggiormente bisogno. Quando la mente non si dirige in maniera ossessiva verso il corpo o verso una sua una specifica parte, né viene distratta da un qualche impulso o attrazione sensuale, si può concentrare verso qualcosa di più grande, brahmacharya aiuta a comprendere che siamo molto di più del corpo in cui abitiamo, che la nostra natura è ben più vasta, una natura che appunto procede verso l'infinito. Leggi anche I commenti sono chiusi.
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