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Brahmacharya sul tappetinoBrahmacharya viene definito come il principio di continenza e si riferisce alla pratica dell'autocontrollo e della moderazione dei sensi con particolare riferimento all'energia sessuale. Si tratta di un concetto che si è evoluto nel tempo e che si discosta da quello della semplice astinenza sessuale, in particolare nella filosofia Yoga brahmacharya rappresenta il quarto Yama ed è visto come uno strumento attraverso cui preservare e sublimare l'energia vitale o prana in modo da elevare lo spirito. Mettendo in pratica nella vita di tutti i giorni questo principio è possibile ritrovare forza e vitalità, sfruttare le risorse fisiche e mentali più basiche per ridurre gli eccessi, liberarsi dalle dipendenze materiali ed emotive e raggiungere, così, obiettivi più elevati, come la crescita spirituale e l’autorealizzazione. Possiamo scegliere di portare sul tappetino una classica sessione di Hatha Yoga e meditazione per connetterci più in profondità con il nostro Sè e la nostra energia vitale, mentre per tutti quegli yogin che anelino agli aspetti più correlati al divino è possibile scegliere delle pratiche prettamente spirituali per ricercare la coscienza suprema (brahman) e realizzare gli aspetti più mistici di questa filosofia, un noto esempi è il Bhakti Yoga, il cosiddetto "yoga devozionale". Nei prossimi paragrafi esploreremo semplicemente le pratiche più tradizionali dello Yoga che insegnano a controllare e gestire al meglio l'energia presente nel nostro corpo per liberare il nostro potenziale inespresso, infine, indicheremo alcune tecniche utilizzate per la sublimazione dell’energia e una migliore circolazione del prana. Praticando brahmacharya non neghiamo né sopprimiamo i nostri desideri naturali, bensì esercitiamo un controllo cosciente su di essi, questo ci consente di fare scelte più consapevoli in linea con i nostri valori e intenti più alti. Questo principio ci invita a portare consapevolezza, autocontrollo e moderazione nella nostra vita, praticando brahmacharya attraverso lo yoga, la meditazione e una vita cosciente, possiamo coltivare un'esistenza più equilibrata e armoniosa, sfruttando la nostra energia vitale per la crescita personale. Brahmacharya nella pratica degli asana Nel contesto dello Yoga, alcune posture ed esercizi possono essere d'aiuto per coltivare brahmacharya. Prima di salire sul tappetino lavati e indossa abiti puliti, l’ideale sarebbe una bella doccia fredda , uno schiaffo sensoriale utile a smorzare le percezioni disturbanti e resettare, così, il corpo e la mente. Esegui gli asana in maniera ponderata e asciutta: preserva le risorse, prova ad entrare e a sostare nelle posizioni compiendo il minimo sforzo necessario a mantenere il coretto assetto richiesto dalla posa; cerca di distribuire l’energia in maniera uniforme durante tutto il tempo della pratica in modo da non arrivare spompato alla fine della sessione o non riuscire a sostenere gli asana più impegnativi per la stanchezza. Per iniziare assumi per qualche minuto la posizione di Siddhasana o Siddha Yoni Asana, esercitando con il tallone che si trova all'interno una leggera pressione sull’area pubica, ad occhi chiusi visualizza una piccola sfera luminosa in questa zona, quindi, immagina di far salire questa luce calda verso l’apice della testa attraverso la colonna vertebrale. Durante la pratica non giudicare quello che provi ma lascialo fluire liberamente, prediligi gli asana di radicamento, come la posizione del fulmine, la posizione della montagna, quella dell’albero e i guerrieri, questa tipologia di asana incoraggia la stabilità e l’autocontrollo. Nella tua sequenza a terra inserisci Brahmacharyasana, Matsyasana, Sirsasana e le loro varianti per aiutare a fluire l’energia verso la sommità del corpo. Un altro bel modo per dirigere l’energia verso l’alto è impostare la tua pratica sui Chakra a partire dal primo, Muladara Chakra, percorrendoli tutti sino a arrivare all’ultimo, Sahasraha Chakra, attraverso l’esecuzione degli asana ad essi associati. Introduci le mudra all’interno delle tue sequenze di yoga, rappresentano una delle tecniche più utilizzate proprio nella gestione delle energie, le più indicate sono: Mula Bandha, che prevede la contrazione e il sollevamento del diaframma pelvico e che puoi eseguire in maniera indipendente oppure associare all'esecuzione di specifici asana; Mahamudra, che si compone tramite la chiusura contemporanea di tre Bandha, quello della radice, dell’addome e della gola; pratica anche Adhara Mudra, ad esempio eseguendo Ashwini Mudra, Vajroli Mudra e Sahajoli Mudra, i sigilli che si realizzano tramite l'attivazione dei muscoli del perineo. ... Nel pranayama ...Le tecniche di respirazione possono aiutarci a contrastare i pensieri invadenti e reindirizzare l’energia presente nel nostro corpo, per questo le pratiche del Pranayama possono essere molto efficaci nella gestione delle nostre risorse fisiche e psichiche, ad esempio la respirazione a narici alternate è indicata per placare, bilanciare e distribuire equamente queste energie, mentre il respiro Ujjayi aiuta prendere il controllo del respiro e del prana, conciliando la concentrazione su un unico canale e dissipando i capricci della mente. Quando ci sentiamo sopraffatti dai sensi, dagli stimoli o dai pensieri è utile la pratica Brhamari Pranayama, che ha un potente effetto calmante, rigenerante e aiuta a dirigere la consapevolezza verso l’interno. ... E nella meditazioneLa Meditazione è anche uno strumento prezioso nella pratica del brahmacharya poiché ci consente di osservare e regolare i pensieri e gli impulsi. Per riuscire ad elevare i desideri e gli intenti è necessario distaccarci da stimoli e distrazioni, per questo può essere utile esercitare Pratyahara, come pratica a sé stante o in preparazione alla meditazione: puoi farlo con una visualizzazione interiore in una posizione adatta come shavasana, meglio dopo una bella sessione di yoga, oppure concentrandoti sul respiro, che secondo lo Yoga è l’elemento di unione tra mente e corpo, per questo la meditazione sul respiro può essere di grande aiuto, dal momento che aiuta a silenziare le sensazioni del corpo, i pensieri assillanti e dirigere, così, la mente verso un'attività più elevata, magari spostando gradualmente l'attenzione dall'area toracica a quella del terzo occhio. La Meditazione Shoonya, detta anche del guscio vuoto, invece, aiuta a prendere le distanze dal nostro involucro fisico per poter contemplare il vuoto, in questo modo è possibile creare nuovo spazio interiore, sperimentare un grande senso di leggerezza, svincolandosi da ogni identità e pensiero per trascendere il corpo e la mente; similmente, la meditazione sulla coscienza universale ti spingerà a superare i limiti materiali del corpo e della mente donandoti un meraviglioso senso di espansione, di pace e di unione con l’intero universo. Senza dubbio le tecniche meditative sono degli strumenti privilegiati per la sublimazione dell’energia, la Meditazione Kundalini sui chakra è tra le più indicate, si effettua facendo muovere progressivamente la consapevolezza dai centri energetici inferiori verso quelli superiori; anche la recitazione dei mantra è una pratica che svolge un’azione simile, in particolare utilizza i Bija Mantra associati ai chakra, che devono essere pronunciati in successione dal più basso al più alto per favorire l’elevazione spirituale attraverso la loro benefica vibrazione. Leggi anche I commenti sono chiusi.
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