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Quando la stanchezza diventa un problemaLa sensazione di fatica cronica è una condizione molto comune ai nostri giorni, i cambi di stagione, alcune malattie o semplicemente la vita frenetica e piena di stimoli che conduciamo, possono sottoporre il nostro corpo e la nostra psiche ad un eccessivo carico di stress, così capita che l'organismo non abbia il tempo o le risorse per riprendersi e ricaricarsi. Ne consegue una mancanza generale di energia che si può ripercuotere pesantemente persino sulle più banali azioni quotidiane. È bene non sottovalutare mai una stanchezza non fisiologica e non proporzionale all'attività che stiamo svolgendo, soprattutto se si protrae nel tempo, perché potrebbe essere il campanello di allarme di alcune condizioni patologiche, come le malattie metaboliche (ad esempio il diabete e i problemi della tiroide), carenze nutrizionali e vitaminiche, ma anche disturbi dell'umore e malattie neurologiche. In ogni caso, che sia l'arrivo della nuova stagione, il risultato di ritmi troppo serrati, il sintomo di uno scompenso, di una sindrome o di una patologia, è sempre utile prendersi cura di se stessi con una bella pausa per ricaricare le batterie. I sintomi della fatica cronica
Imparare a dosare le energie e a ricaricarci con lo yogaLa pratica dello yoga può essere di grande aiuto per imparare a preservare e gestire al meglio le energie, e allo stesso tempo per ritrovare le forze per procedere con più carica, ottimismo e serenità, sia nel caso si tratti di stanchezza cronica che di una fase passeggera di affaticamento dovuta ad un momentaneo calo delle energie. Per quanto riguarda gli asana, i più indicati sono quelli rilassanti e radicanti. Una pratica dello yoga moderata e costante migliora il sistema cardiovascolare, l'efficenza metabolica e la qualità del sonno con il risultato di diminuire la fatigue percepita al risveglio e durante le attività. È consigliabile praticare uno stile di yoga soft o riposante, perfetti sono il Gentle yoga, il Restorative yoga e la pratica di Slow flow leggero (alla fine del post scoprirai gli asana anti fatica). Lo Yoga ci insegna, inoltre, che assieme al movimento è fondamentale seguire una dieta pulita e bilanciata, ricca di frutta e verdura di stagione, in grado di fornirci il giusto apporto di vitamine e nutrienti per sostenerci al meglio durante le nostre attività giornaliere. La meditazione, in particolare la mindfulness, la tecnica di body scan e la meditazione focalizzata contribuiscono all’aumento della consapevolezza e ad una percezione di ritrovata vitalità psicofisica. Nel caso sia presente una patologia che provoca affaticamento, oltre a quello fisiologico dovuto alla malattia, la continua concentrazione del malato sui problemi fisici e sulle ansie passate e future, lo stress e la frustrazione producono un ulteriore dispendio di energia mentale. Imparare a focalizzare la propria consapevolezza sul momento presente promuove l’accettazione dei propri pensieri, emozioni e sensazioni corporee in maniera non giudicante, riducendo sensibilmente il l'overthinking e quindi l’affaticamento. Anche il pranayama ci può venire in soccorso, se non siamo in presenza di ansia, una leggera Kapalabati e/o una Bastrika praticati al mattino producono una sensazione di maggior energia, contribuendo ad alleviare la stanchezza. La sera, invece, Nadi Sodhana è la respirazione più adeguata per armonizzare e riequilibrare le energie scomposte durante il giorno. Posizioni yoga per combattere la stanchezzaNelle immagini a seguire troverete alcune posizioni yoga defaticanti e rivitalizzanti, che permettono al nostro corpo di rilassarsi o che ci aiutano a ritrovare l'energia. Si tratta di asana semplici con il relativo adattamento yoga chair per essere praticate anche in sedia o sedia a rotelle. Per aumentare l'efficacia può essere utile abbinare gli asana defaticanti alle respirazioni calmanti e quelli per ricaricarci ai pranayama energizzanti. * Viparita Karani può essere effettuata anche in maniera passiva per un maggior relax, in questo caso la posizione risulta adatta alla pratica dei soggetti con ridotta mobilità. Si parte da sdraiati vicino ad una parete, anche un letto sufficientemente rigido va bene, si inserisce il supporto (ad esempio un bolster cilindrico) a livello del sacro e si procede al sollevamento delle gambe che rimarranno poggiate sulla parete o sostenute da un partner. Restare qualche minuto nella posizione rilassando tutti i muscoli e respirando in maniera lenta e profonda. Images by Wonderflow Yoga Leggi anche I commenti sono chiusi.
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