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La posizione del mortoSavasana o Shavasana si traduce letteralmente in posizione del morto o del cadavere. É una postura di cruciale importanza per lo Yoga, generalmente eseguita al termine della sessione di asana con lo scopo di condurre il praticante in un profondo stato di quiete. In Savasana, infatti, l’energia si abbassa a livelli minimi, il respiro si fa lento e lieve, si sperimentano in maniera consapevole i benefici di un sonno profondo e ristoratore. Sebbene venga comunemente inserita a conclusione della pratica di Hatha Yoga, risulta altrettanto efficace utilizzata come posizione per accompagnare la meditazione, ad esempio in Yoga Nidra, oppure eseguita in forma isolata semplicemente per indurre il rilassamento e rilasciare le tensioni fisiche ed emotive. Suggerimenti utili per eseguire SavasanaIn Savasana gli occhi sono chiusi, se non riusciamo a farlo possiamo coprirli con una mascherina da notte o con una sciarpina, le spalle sono rilassate e lontane dalle orecchie, mentre le braccia si mantengono distese ai lati del corpo, un poco distanziate da questo, con i palmi delle mani morbidi e rivolti verso l’alto, anche le gambe sono leggermente divaricate e i piedi ricadono lateralmente. Per rilassare il corpo iniziare ad allentare la muscolatura del viso, distanziando spazio tra le sopracciglia e schiudendo leggermente le labbra per ammorbidire la mandibola e lasciando che la lingua resti posizione neutra. Poi si continua in una lenta progressione rilassando muscolo per muscolo sino ad arrivare alle dita dei piedi, a questo punto immaginiamo che il corpo diventi sempre più pesante sul tappetino, finché non si arrenda dolcemente all’immobilità. Per entrare in Savasana non basta sdraiarsi sul tappetino, occorre sapersi lasciarsi andare completamente, per tale motivo questa posizione è spesso definita come la più difficile. Infatti, non è per nulla scontato riuscire ad abbandonarsi fino in fondo, soprattutto in un epoca in cui siamo sempre troppo presi dai mille impegni quotidiani, dai troppi pensieri e desideri. La mente vaga, i muscoli sono tesi, i condizionamenti non vogliono allentare la presa su di noi, siamo distratti continuamente da ciò che sta fuori dal tappetino, ma ecco che il corretto assetto del corpo diviene importante per favorire una giusta predisposizione mentale al rilassamento. La cosa più difficile è proprio placare la mente. Per staccare la spina focalizziamoci sul nostro respiro, se vediamo che è irregolare, facciamo dei respiri profondi, poi cerchiamo di mantenere l'espirazione leggermente più lunga rispetto all'inspirazione, quando il respiro sarà diventato calmo e rilassato ascoltiamolo senza modificarne il ritmo, infine sostiamo nella quiete. Se i pensieri continuano a sfrecciare, non contrastiamoli ma lasciamo che fluiscano liberamente senza giudicarli, poi riportiamo il focus sul respiro. Savasana è collegato a Anahata e Sahasrara, i chakra del cuore e della corona, mentre il dosha di riferimento è Vata. La durata in cui sostiamo nella posizione può variare da un minimo di un paio di minuti sino a periodi anche molto prolungati, più restiamo nella posa maggiori saranno i benefici. Savasana è, inoltre, la posizione più indicata per allenare pratyahara, il ritiro dei sensi, che rappresenta il quarto degli otto passi dello Yoga. Significato della posizioneSavasana è una splendida metafora del non attaccamento, con il suo rilassamento profondo ci insegna a lasciar andare non solo le rigidità fisiche, ma anche tutte le tensioni emotive, i traumi, le ossessioni e le preoccupazioni che ci portiamo dietro. Le paure, le ansie, la fatica, i pensieri e i desideri che ci assillano si lasciano fluire via con l’espiro, il volume dell’ego si abbassa, si ha una resa significativa sia sul piano fisico che su quello mentale che ci aiuta a instaurare il ritiro dei sensi. La mente è quieta, siamo più vicini al nostro vero sé. Il significato che si cela dietro questa posizione è di grande rilievo, è una sorta di memento mori dello yogin, somiglia una rappresentazione rituale della morte, l’esperienza simbolica del trapasso. In quest’ottica ecco che tutta la pratica appena effettuata assume delle sfumature che non avevamo colto, in questa posizione abbiamo l’occasione di ripensarla, asana per asana. Un po' come quando balena tutta la vita davanti prima che ci abbandoni per sempre, così, durante Savasana ripercorriamo più o meno consciamente tutti i gesti, i movimenti, le emozioni appena vissute, per poi lasciarle andare. È il momento in cui gli elementi che ci vogliono parlare emergono in maniera più chiara e comprensibile. Alla fine di Savasana riprendiamo coscienza del nostro corpo con dei lievi movimenti delle dita delle mani e dei piedi, che diventano via via più evidenti, sino a diventare dei piccoli allungamenti e finché non siamo pronti a riaffiorare nel mondo. A questo punto, riapriamo lentamente gli occhi, come in una rinascita, ci siamo più leggeri, rigenerati, più liberi dalla fatica, dalle preoccupazioni e dal dolore. Dunque, quale meglio di questa posizione può rappresentare la ciclicità della vita? Savasana, rammentandoci delicatamente che i nostri giorni su questa terra sono limitati, ci suggerisce di vivere al meglio la nostra esistenza, ridà senso al tempo, che si riempie di significato e di energia propositiva. Il maestro Iyengar diceva “Il miglior segno di un buon savasana è un sentimento di profonda pace e vera beatificazione. Savasana è una viglile resa dell’io. Dimenticando se stessi, si scopre se stessi”. E allora proviamo ad arrenderci. Nel buio di Savasana sperimentiamo la luce, possiamo lasciare andare tutti i preconcetti, le rigidità che ci portiamo addosso, possiamo liberarci della zavorra che ci appesantisce, compiendo delle piccole vere rivoluzioni, per rinascere evoluti, ristorati, e ricominciare a vivere il presente rinnovati, con una nuova luce interiore che ci guidi. Benefici di Shavasana- induce il rilassamento muscolare - calma la mente - allinea la colonna - riduce l'affaticamento - combatte l'insonnia - aiuta nella gestione dell'ansia - sviluppa la consapevolezza - dona chiarezza mentale - favorisce lo stato di pratyahara - agevola la meditazione Leggi anche I commenti sono chiusi.
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