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Che cos’è Trataka Trataka o Tratak significa “osservare”, è una meditazione contemplativa di tradizione Yoga che utilizza lo sguardo per sviluppare la concentrazione, in cui colui che medita si focalizza in maniera stabile su un oggetto, ad esempio sulla fiamma di una candela, riuscendo a isolarsi dal mondo esterno. Questa tecnica fa parte fa delle sei azioni o kriyā di purificazione, dette shatkarma, si tratta di un esercizio considerato a metà strada tra le pratiche di Hata Yoga e il Raja Yoga. La meditazione praticata attraverso la contemplazione di un oggetto è presente in diverse altre tradizioni orientali e sfrutta il potere dello sguardo fisso su un oggetto materiale o immaginato per favorire l’ingresso in una sorta di stato di trance e indurre così il rilassamento. Trataka praticato con la candela funziona particolarmente bene perché risulta più semplice restare concentrati su un oggetto luminoso, come appunto la fiamma di una candela. Perché praticare la meditazione sulla candelaTrataka è un esercizio efficacissimo per sviluppare la concentrazione e, quindi, entrare facilmente nello stato di Darhana, per questo spesso viene eseguito prima della meditazione. Infatti, sebbene durante tutto il tempo della pratica l'attenzione e la vigilanza rimangano attive, la mente riesce a isolarsi dagli stimoli esterni e a placare l’andamento caotico dei pensieri, favorendo il rilassamento, amplificando le sue capacità di cogliere le connessioni sottili e aumentando le proprie facoltà di comprensione dei fenomeni. La meditazione contemplativa è utile per purificare la mente, in quanto aiuta a far emergere i pensieri dagli strati profondi della psiche, liberandoci dalla spazzatura che intasa la nostra psiche e permettendoci di elaborare i traumi, risolvere i conflitti interiori, di sviluppare idee creative e strategie funzionali. Come fare Trataka: la meditazione della candelaCosa occorre Per questa pratica procurati: una candela, meglio se di quelle lunghe per raggiungere più facilmente l'altezza giusta, ma qualunque tipo può andar bene; un sostegno dove inserirla, come una bugia o un candeliere; uno strumento per accendere la candela, come un accendino o dei fiammiferi; un appoggio su cui sistemare la candela, come un tavolino basso o uno sgabello; puoi accomodarti direttamente a terra, tuttavia dovendo rimanere a lungo nella stessa posizione meglio essere comodi, pertanto potrebbe esserti utile un supporto per sederti più agevolmente, ad esempio un tappetino, un cuscino, uno zafu o un blocchetto. Preparazione Scegli un luogo al buio, tranquillo, silenzioso e riparato dai venti, se l’ambiente fosse troppo luminoso, chiudi le imposte e assicurati che la luce sia spenta o al massimo soffusa, meglio ancora se inserisci questa pratica al calar della sera o al mattino presto prima che sorga il sole, quando naturalmente la luce scarseggia. Siediti a terra o sul cuscino da meditazione, sistema la candela sul supporto a una distanza di 60 cm, circa la lunghezza del tuo braccio, fai in modo che lo stoppino si trovi all’altezza dei tuoi occhi, nel caso che il supporto sia troppo basso puoi inserire al di sotto un blocchetto o dei libri, infine accendi la tua candela. Assicurati che il supporto sia stabile e che non vi siano correnti d’aria che possano spegnere la fiamma durante l’esercizio, scegli la tua posizione da meditazione preferita: vanno benissimo Sukhasana, la posizione semplice a gambe incrociate, e Vajrasana, la posizione del fulmine seduti sulle ginocchia; ricordati di mantenere la schiena ben dritta e il mento leggermente verso il collo durante tutta la pratica. Prima di iniziare, soprattutto se sei stato molto tempo davanti a uno schermo, fai i seguenti esercizi oculari: con movimenti ampi lenti muovi i bulbi a destra e a sinistra per 10 volte, per altrettante volte in alto e in basso, adesso ruotali in entrambi i versi, poi apri e chiudi le palpebre tutto sempre per 10 volte, per finire tampona delicatamente le palpebre chiuse con le palme delle mani. Procedimento
Suggerimenti utili La pratica di trataka può essere svolta quotidianamente e in qualunque momento della giornata, anche se le ore del crepuscolo e dell’alba sono le migliori, in particolare eseguire questo esercizio prima di andare a dormire è utile per conciliare il sonno. L'esecuzione di trataka può essere concepita come pratica a sè stante oppure inserita dopo asana, pranayama, mudra e bandha, questa tecnica, inoltre, può essere utilizzata anche come esercizio preparatorio per le altre meditazioni, in special modo per quelle che riguardano l’attivazione del sesto chakra. Per una sessione di media lunghezza La durata può variare a seconda dell'obbiettivo e del grado di esperienza del praticante, per una sessione di solito sono sufficienti 10-20 minuti, tuttavia il principiante è bene che inizi osservando la fiamma per un tempo che non superi il minuto, aumentando gradualmente i secondi via via che procede con l’allenamento. Se durante la meditazione la distrazione è in agguato, ogni qual volta perdiamo il focus riportiamo dolcemente l’attenzione sulla fiamma della candela, è un processo del tutto normale che allenerà la nostra pazienza e la forza di voltà e che nel tempo aumenterà la capacità di rimanere a lungo cocentrati. È consigliabile usare una candela che abbia un odore neutro, in modo da non creare distrazioni e mantenere la vista come canale preferenziale, solo se abbiamo appreso bene la tecnica possiamo abbinarla all’aromaterapia, utilizzando una candela profumata e coinvolgendo un secondo senso. La candela può essere sostituita con altri oggetti meditativi, come una luce a bassissima intensità (che non disturbi la vista), ma anche una foglia, un oggetto luccicante, un punto, la luna, una sfera di cristallo, lo shivalingam, la punta del naso, i nostri occhi allo specchio o quelli di un’altra persona, un’ombra e persino il vuoto. Oltre al metodo esterno o bahiranga, come quello calassico con la candela o altri oggetti, è possibile eseguire trataka usando il metodo interno o antaranga, che consiste in una visualizzazione ad occhi chiusi localizzata interiormente per lo più nell’area del terzo occhio, su uno specifico chakra o ancora su una divinità interiorizzata. La meditazione con la candela è una tecnica adatta a tutti, mentre alcune delle varianti esposte sopra sia con metodo esterno che interno sono più indicate per praticanti che abbiano già una certa dimestichezza con questa tecnica. ControindicazioniEseguire questo tipo di meditazione tende a far affiorare pensieri seppelliti nel subconscio, si tratta di un processo positivo molto liberatorio, che aiuta a risolvere i conflitti interni e a ritrovare equilibrio, tuttavia in alcuni casi potrebbe turbare il praticante che si trovi ad affrontare uno stato di fragilità mentale, dunque, se stessimo attraversando un periodo particolarmente delicato a livello psicologico, eseguiamo trataka con la dovuta cautela, magari dopo averne parlato con il medico o lo specialista della mente che ci sta seguendo. Per chi soffre di disturbi visivi correggibili con delle lenti, la pratica con la candela deve essere eseguita indossando gli occhiali o le lentine, mentre in caso di difetti della vista non corretti come un forte astigmatismo o in presenza di epilessia è bene sostituire la fonte luminosa con una fogliolina ferma o un punto scuro su fondo chiaro (non nero su bianco che risulterebbe troppo contrastato), in un ambiente che non sia al buio bensì illuminato da una luce di media intensità e stabile. Evitare assolutamente di praticare trataka guardando fonti luminose ad alta intensità, come lampadine o addirittura il sole, in quanto si possono subire danni permanenti alla vista. Chi soffre di cataratte o glaucoma dovrebbe escludere questa pratica dalla propria routine di meditazione. Benefici
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