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Portare Saucha sul tappetinoSaucha (Shaucha o Śauca) si riferisce al concetto di purezza e pulizia e rappresenta il primo dei cinque Niyama, secondo la filosofia Yoga la pulizia della persona e dell’ambiente si riflette nel mondo interiore, in questo modo rende l’individuo più sano e ricettivo, gettando le basi per una crescita corretta e bilanciata. Questo schema rappresenta una saggezza universale che si ritrova in tutte le culture, ricordiamo il "mens sana in corpore sano" del mondo latino. Lo Yoga con le sue numerose pratiche di asana, pranayama e meditazione dedicate alla pulizia ci offre un valido strumento per comprendere meglio e sperimentare nella quotidianità il principio di saucha. In particolare i Kriya Shuddhi (o Kriyas di purificazione) costituiscono un corpus di tecniche specificatamente progettate per la pulizia profonda del corpo e della mente, considerate essenziali per accedere a livelli più avanzati di yoga e di consapevolezza spirituale, esse comprendono esercizi di pranayama, purificazione fisica e interiore. Saucha nella pratica degli asanaIncludere saucha nella pratica degli asana implica prima di tutto che il praticante si approcci alla sessione dopo essersi accuratamente lavato e aver indossato abiti puliti, l'ambiente deve essere lindo e ordinato, anche il tappetino e i supporti dovranno rispecchiare questo principio, pertanto occupiamoci regolarmente della loro detersione e sistemiamoli sempre in maniera razionale. Durante la pratica focalizziamoci sulla pulizia del movimento, oltre a mantenere una buona postura, prestiamo particolare attenzione agli allineamenti, se possibile optiamo per un ritmo discretamente sostenuto in modo da favorire l’espulsione delle tossine attraverso il sudore, ma che resti sempre subordinato ad un corretto assetto delle posizioni. Seduti in Varasana faremo alcune respirazioni profonde, esprimeremo un sankalpa, l’intenzione che contribuirà dare una direzione più netta e lineare alla pratica, poi nella medesima posizione eseguiamo alcune torsioni con il busto a destra e a sinistra, ricentriamoci qualche istante in Balasana e da qui iniziamo a sciogliere la muscolatura scivolando dolcemente in Shashank Bhujangasana e ripetendo più volte, possiamo anche eseguire Chakravakasana per poi ruotare il torso in Urdhva Mukha Pasasana. Per riscaldarci usiamo le varianti attive di Vyaghrasana e Salabhasana, sin da ora (o prima di entrare nella fase energetica più calma della pratica) possiamo inserire qualche ciclo in entrambi i versi di Chakki Chalanasana, che con il suo movimento rotatorio agisce energicamente sull’area centrale del corpo stimolando e rinforzando i muscoli dell’addome; infine raggiungiamo la stazione eretta magari dopo aver eseguito un po’ di ripetizioni di Vayu Nishkasana. Le regine della nostra sequenza saranno le posizioni di torsione che aiutano a strizzare dolcemente gli organi addominali e a depurare l’organismo dall’interno, introduciamo dunque asana come Parivrtta Utkatasana, Parivrtta Trikonasana, Parivrtta Parsvakonasana e Parivrtta Ashta Chandrasana. I piegamenti in avanti profondi, come Utthanasana e Padahastasana con particolare attenzione all’attivazione dell’addome sono perfetti in una classe su saucha, benvengano anche alcune inversioni come Sarvangasana e Halasana, utili per agevolare lo funzionalità intestinale e la circolazione sanguigna e linfatica. Eseguire Uddyana Bandha o Agnisara Kriya e Nauli Kriya è molto indicato per centrare la pratica su saucha, sarà possibile eseguirli sia nella sequenza in piedi che stando seduti sul tappetino, mentre nella sequenza a terra non potranno mancare Paschimottanasana, Matsyendrasana e Marichyasana. Avviamoci a terminare la classe con Supta Matsyendrasana e concludiamo stringendoci forte in Apanasana prima di rilasciare ogni tensione in una lunga e meritata Savasana, nella quale rinnoveremo il nostro sankalpa per poi abbandonarci totalmente nella posizione. Nel PranayamaLe pratiche di pranayama sono in stretta connessione con il concetto di saucha, aiutano a purificare l'organismo in profondità attraverso il respiro, alcune di esse promuovono l'espulsione delle tossine e l'ossigenazione dei tessuti, portando nutrimento al corpo e favorendo la presenza mentale. Sul piano sottile, invece, purificano i canali energetici, chiamati nadi, elimina eventuali blocchi e agevolando la circolazione del prana. Prima di iniziare un pranayama dedicato a saucha sarebbe bene liberare le narici eseguendo Jala Neti, il lavaggio nasale yoga, che consiste in una detersione profonda del naso che mantiene pulite e sane le mucose. Kapalabhati significa letteralmente ”lucentezza/pulizia del cranio”, un esercizio molto potente che rappresenta la respirazione per eccellenza per purificare il corpo e la mente: essa ripulisce attraverso il respiro, permettendo al prana di circolare liberamente, svolge, quindi, un’azione altamente rivitalizzante, rinnovando i processi mentali e innalzando notevolmente il livello di energia percepito. Esistono anche delle respirazioni più dolci della precedente ma anch’esse dall’effetto spiccatamente purificante, come Sarpa Pranayama, il cosiddetto Respiro del Serpente, leggero e rinfrescante, Vayu Pranayama, distensivo e calmante, conosciuto anche come Respiro del Vento, e Matsya Pranayama, Respiro del Pesce, tonificante e liberatorio, tali tecniche svolgono un delicato ma efficace lavoro di pulizia assai benefico per il corpo e per la mente, favoriscono la leggerezza e la rigenerazione, lasciandoci a disposizione un’energia più posata e rilassante. … E nella meditazione La meditazione è uno degli strumenti più potenti per praticare saucha, essa favorisce la pulizia interiore, aiuta a rassettare la mente, a vedere le cose da una prospettiva più distaccata e lucida. Quando impariamo a lasciare andare pensieri ed emozioni che turbano e distraggono il nostro essere, è possibile ricreare uno spazio psichico ordinato e pulito, che costituisce la base necessaria per scendere più in profondità nelle pratiche meditative e raggiungere, così, una maggiore chiarezza e un profondo stato di pace. A tal proposito si rivela un ottimo esercizio Trataka, questa tecnica fa delle sei azioni o kriyā di purificazione, dette shatkarma, richiede una focalizzazione intensa direzionata su un singolo punto, concentrarsi su un unico canale, infatti, aiuta a filtrare gli stimoli esterni e interni, permettendo di liberare la mente, che diviene presente e limpida, di conseguenza anche il percorso di conoscenza e crescita personale ne trarrà beneficio. Un'altra pratica funzionale è la tecnica del labeling, una forma di meditazione che consiste nell'attribuire delle etichette virtuali a pensieri, sensazioni ed emozioni, che si affastellano in maniera disordinata nella nostra testa, essa può venirci in soccorso nei momenti di crisi e di confusione, in quanto è particolarmente utile a dare metodo, perfetta per mettere un po' d'ordine nel caos della mente, facendoci ritrovare il filo della matassa e rendendoci più obiettivi e consapevoli. Le meditazioni sul vuoto sono altrettanto indicate per ripulire la mente, ad esempio la meditazione Shoonya, detta anche del guscio vuoto, induce il praticante a sperimentare un profondo stato di vacuità e assenza di pensiero, permettendogli di affrancarsi dalle preoccupazioni e dalle distrazioni quotidiane. Attraverso tale pratica si sperimenta una riduzione del rumore psichico e una piacevole sensazione di leggerezza, che rendendo la mente più libera e serena. Yoga class detox purificanteProva questa pratica di yoga detox, ti aspetta una sequenza intensa di livello intermedio che ti farà sentire più leggero e in forma. Leggi anche I commenti sono chiusi.
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