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Golden Milk, la ricetta e i benefici del Latte d'Oro

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Che cos'è il Golden Milk ​

Il Golden Milk, noto anche come Latte D'oro o Haldi Doodh, per via del suo colore giallo oro, è una bevanda tradizionale indiana che ha guadagnato fama in tutto il mondo grazie ai suoi numerosi effetti benefici sull’organismo. Si tratta di latte speziato a base di curcuma tradizionalmente servito mescolando latte animale o vegetale con curcuma, pepe nero e altre spezie.

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a sua origine risale all'antica medicina ayurvedica, un sistema di cura che ha un approccio olistico alla salute e al benessere, adoperato da migliaia di anni nell'India meridionale e in altre regioni asiatiche. L'Haldi Doodh è da sempre una bevanda cara allo yoga, usata dai praticanti come rimedio per migliorare l’elasticità e mantenere in salute le articolazioni.
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Benefici del Latte d'Oro​

Nel corso degli anni, la popolarità del Golden Milk è cresciuta a livello globale, anche grazie al riconoscimento da parte della scienza dei suoi benefici, che vanno dalla riduzione dell'infiammazione a un pregevole effetto protettivo sull'organismo. Questa bevanda è indicata non solo per i praticanti yoga, ma anche per gli sportivi e per chiunque soffra di problematiche articolari e malattie infiammatorie. La curcuma, infatti, è uno degli elementi cardine della medicina ayurvedica per il trattamento di alcuni disturbi, tra cui dolori articolari, infiammazioni, problemi digestivi e malattie della pelle.

I suoi effetti prodigiosi sono principalmente attribuiti alla curcumina, il più importante principio attivo della curcuma, noto per le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e rinvigorenti. Anche altre spezie possono contribuire a rendere il Latte d’oro una bevanda terapeutica, ad esempio, la combinazione di curcuma e pepe nero ne ottimizza le qualità, permettendo al corpo di assorbire meglio i preziosi principi attivi contenuti nel decotto.

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Un antinfiammatorio naturale

Una delle proprietà più note del Golden Milk è la sua capacità di ridurre l'infiammazione dell’organismo. La curcumina agisce su diversi meccanismi biochimici che regolano la risposta infiammatoria nel corpo a livello sistemico e locale, inibendo numerosi mediatori dell'infiammazione, tra cui le citochine infiammatorie come TNF-alfa (Fattore di Necrosi Tumorale), IL-1 (Interleuchina-1), IL-6 (Interleuchina-6) e COX-2 (Cicloossigenasi-2), contribuendo così a ridurre i sintomi legati a malattie infiammatorie croniche, come l'artrite reumatoide, le malattie cardiovascolari e altre patologie correlate.

Lo studio pubblicato sulla rivista The Journal of Nutritional Biochemistry nel 2015 di Zeng et al., ha evidenziato come la curcumina sia in grado di ridurre significativamente i livelli di marcatori infiammatori, come la proteina C-reattiva (CRP) e altre citochine pro-infiammatorie. Un'altra pubblicazione del 2017 sulla rivista Alternative Medicine Review condotto da Hewlings & Kalman ha esaminato approfonditamente gli effetti della curcumina, confermando le spiccate proprietà antinfiammatorie e approvandola come trattamento complementare nelle malattie infiammatorie croniche. Lo studio ha inoltre evidenziato come la curcumina sia in grado di ridurre l'attività delle cellule T e l'attivazione delle vie di segnalazione infiammatorie.

L’aggiunta di pepe nero nella bevanda gioca un ruolo importante nell'incrementare la biodisponibilità della curcumina. Infatti, la piperina contenuta nel pepe inibisce gli enzimi che metabolizzano la curcumina, permettendo una maggiore concentrazione di curcumina nel flusso sanguigno. Questo meccanismo è stato documentato da Shoba et al. (1998) su Planta Medica, che ha provato come questo espediente aumenti l'assorbimento della curcumina fino al 2000%, migliorando significativamente gli effetti terapeutici della curcuma.

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Elisir di giovinezza

Il Golden Milk possiede anche un proprietà antiossidanti, grazie alla curcumina che neutralizza i radicali liberi, molecole instabili che possono danneggiare le cellule e contribuire all'invecchiamento precoce, alla formazione di malattie croniche e all'insorgere del cancro. Studi come Free Radical Scavenging Activity of Curcumin di Priyadarsini et al. (2003) pubblicato su Free Radical Biology and Medicine hanno mostrato che la curcumina ha un effetto protettivo, difendendo il corpo dal danno ossidativo.

Questa preziosa sostanza ha mostrato attività anti-cancerogena, secondo Curcumin as an anticancer agent: A review di Kumar et al., pubblicato nel 2012 su Cancer Letters, la curcumina può prevenire lo sviluppo di tumori e bloccare la progressione di quelli esistenti. Essa inibisce la crescita delle cellule tumorali, promuovendo l'apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata, e inibendo l'angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni che nutrono i tumori. 

La combinazione di curcuma con il pepe nero, inoltre, contribuisce alla salute cardiovascolare. La curcumina ha un effetto positivo sulla riduzione dei livelli di colesterolo LDL e trigliceridi, mentre aumenta i livelli di colesterolo HDL, aiutando a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. In Effects of curcumin on blood lipid concentrations: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. di Zeng et al. (2015) pubblicato in The Journal of Nutritional Biochemistry si conclude che la curcumina ha effetti benefici sul metabolismo lipidico e sulla salute cardiovascolare.
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Ricetta del Golden Milk

​La preparazione del Golden Milk è abbastanza semplice e richiede pochi ingredienti fondamentali, qui sotto la ricetta tradizionale a base vegetale.
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Ingredienti per 1 tazza di Golden Milk
  • 200 ml di latte vegetale
  • 1 cucchiaino di curcuma in polvere (2 cucchiaini  in caso di pasta di curcuma o di curcuma fresca grattugiata)
  • 1/4 di cucchiaino di pepe nero
  • 1 cucchiaino di olio di sesamo (facoltativo)
  • 1 cucchiaino di dolcificante a piacere (facoltativo)​

Preparazione:
  1. Riscalda il latte in un pentolino a fuoco medio.
  2. Aggiungi la curcuma, il pepe nero, e gli altri ingredienti opzionali nel latte caldo.
  3. Mescola bene fino a quando la curcuma si dissolve completamente.
  4. Porta a ebollizione, quindi abbassa il fuoco e lascia cuocere per circa 5 minuti.
  5. Filtra la bevanda per eliminare eventuali residui solidi e dolcifica a piacere
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Varianti più famose del Golden Milk

Le moderne varianti di questa bevanda si preparano addizionando alla versione base del Golden Milk altre spezie benefiche, che non solo ne migliorano il sapore, ma aumentano anche le proprietà terapeutiche. Oltre alla ricetta tradizionale, la più famosa è quella che prevede l’aggiunta di 1/4 di cucchiaino per tazza di zenzero, che favorisce la digestione, dona energia e aiuta a contrastare batteri e virus. Esistono molte versioni del latte d'oro preparate aggiungendo altre spezie benefiche, come la cannella, che riscalda, stimolala circolazione e possiede un naturale potere battericida, il cardamomo, che ha effetti digestivi e antinfiammatori, o la vaniglia, che aggiunge un sapore più dolce e una leggera proprietà antiossidante.
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In base alle preferenze si può sostituire il latte di soia con altre bevande vegetali, come il latte di mandorla, di riso o di avena per un gusto naturalmente dolce, e tra le più apprezzate la versione con latte di cocco, che non solo conferisce un gusto esotico, ma migliora anche la consistenza della bevanda. Se si desidera un sapore più dolce, basta aggiungere dei dolcificanti naturali come stevia, mascobado, sciroppo d'acero, di agave o stevia, tuttavia, si sconsiglia di addizionare troppi zuccheri e di evitare gli quelli raffinati, che possono ridurre i benefici complessivi della bevanda.
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La pasta di curcuma

Per maggiore comodità è possibile realizzare una base per creare il Golden Milk al momento creando una pasta da conservare in frigorifero e usare al bisogno

Ingredienti:
  • 100 ml di acqua
  • 40 gr di curcuma
  • 5 gr di pepe nero

Preparazione:
  1. Mescola le polveri con l’acqua sino ad ottenere una pasta densa dal colore dorato
  2. È possibile aggiungere 5 gr di altre spezie come zenzero e cannella, aggiustando di conseguenza le dosi della parte liquida
  3. Inserisci la pasta in un barattolino ermetico e conservala in frigorifero per un massimo di 20 giorni
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Come conservare il Golden Milk

Il metodo per preparare il Latte d'Oro è semplice e veloce, senza dubbio, quello che offre il pieno potenziale terapeutico è la preparazione al momento usando radice di curcuma grattugiata, tuttavia, se non disponi dell’ingrediente fresco puoi usare la curcuma in polvere, acquistandola nel reparto delle spezie. Non sempre si ha il tempo di fare il Golden Milk ogni giorno, per ovviare a questo problema si può preparare la pasta di curcuma da tenere in frigo per un massimo di 20 giorni e usare al bisogno, prelevandola sempre con un cucchiaio pulito per evitare contaminazioni.

​Un altro modo per averla subito pronta è quello di creare una piccola scorta preparando una quantità maggiore di Golden Milk e conservandolo in frigorifero per un massimo di 3 giorni dentro un contenitore ermetico. Durante il periodo di conservazione la bevanda potrebbe separarsi, quindi è importante mescolarla bene prima di consumarla, inoltre, è possibile riscaldarla di nuovo, ma occorre fare attenzione a non portarla mai a ebollizione, poiché potrebbe compromettere l’efficacia dei suoi nutrienti.
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Quando bere il Golden Milk

Il Golden Milk può essere consumato durante tutto l'anno, ma è nei mesi freddi che dona il massimo del suo contributo all’organismo, poiché aiuta a riscaldare il corpo, stimolare la circolazione e rinforzare il sistema immunitario, pertanto, consumato caldo in autunno e in inverno, risulta particolarmente utile per affontare il freddo e proteggere dai malanni tipici del clima rigido. Le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti lo rendono ideale anche nel periodo primaverile, quando le allergie stagionali e disturbi legati alla congestione nasale sono comuni, in questo caso è preferibile sorseggiare la bevanda a temperatura ambiente.

Il consumo del Golden Milk può essere occasionale o prolungato, tuttavia, per ottenere un effetto potenziato e duraturo se ne consiglia l’assunzione quotidiana. La tradizione yoga ne raccomanda l’uso per 40 giorni consecutivi, basta una tazza al giorno al mattino, nel pomeriggio o alla sera, a seconda delle necessità. Si può usare anche al bisogno in caso di raffreddore, influenza o altri disturbi passeggeri, il consiglio è di bere una tazza al giorno per alleviare il disagio sino alla risoluzione della malattia.

Il momento della giornata ideale per bere il Golden Milk dipende in gran parte dalle esigenze e dall’obiettivo terapeutico: di mattina può fungere come tonico per cominciare la giornata con energia e vitalità, contribuendo a lenire gli eventuali dolori muscolari e articolari che si manifestano al risveglio; alla sera può essere un'abitudine utile a favorire il rilassamento e ridurre lo stress accumulatosi durante il giorno e, se consumato prima di andare a dormire, aiuta il corpo a rigenerarsi durante il sonno; assumere questa bevanda post allenamento è un’ottima idea, in quanto le sue benefiche proprietà aiutano a ridurre l'infiammazione muscolare e favorire il recupero dopo l'esercizio fisico.

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​Controindicazioni del Golden Milk

Il Golden Milk è una bevanda sicura, l’unico inconveniente è la colorazione gialla che lascia sui denti, facilmente eliminabile con una buona igiene orale. Tuttavia, potrebbe presentare delle controindicazioni nelle persone con sensibilità ad uno dei componenti e in rari casi dare luogo ad alcuni effetti collaterali come nausea, bruciore di stomaco, diarrea, crampi e fastidi intestinali. Se si presentasse uno qualunque di questi sintomi interrompere immediatamente il consumo. In particolare l’assunzione di curcuma potrebbe essere sconsigliata in presenza di calcoli biliari, colecisti, ulcere, in gravidanza e nei bambini al di sotto dei 3 anni di età, inoltre, potrebbe interagire con l’uso di anticoagulanti e la terapia insulinica.


Il contenuto di questo articolo non sostituisce in alcun modo la consulenza, la diagnosi o la terapia medica professionale. ​
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Benefici del Golden Milk

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  • Riduce l'infiammazione
  • migliora la flessibilità
  • promuove la salute di muscoli e articolazioni
  • allevia i dolori mestruali
  • depura il fegato
  • riduce lo stress ossidativo
  • riduce l’invecchiamento cellulare
  • inibisce la  proliferazione tumorale
  • attiva il metabolismo
  • aiuta a regolare la pressione
  • aiuta a regolare il colesterolo 
  • favorisce la concentrazione
  • Migliorare la memoria.
  • favorisce il riposo
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Karna Purana, la terapia auricolare

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La terapia dell'orecchio nell'ayurveda

Karna Purana significa letteralmente riempimento (purana) dell'orecchio (karna) e consiste in una terapia auricolare a base di olio, che prevede un massaggio preliminare dell'area intorno all'orecchio e la successiva infusione all’interno del canale auricolare di unguenti e oli medicati con specifiche erbe officinali.

​L’iperstimolazione uditiva, il freddo, l’eccessiva secchezza, gli scompensi metabolici, una cattiva circolazione, l'accumulo di fluidi e di materiale all'interno del canale sono tutti fattori che aggravano le problematiche dell’orecchio: la terapia auricolare mira a risolvere alcune di queste e a riportare equilibrio nella zona.

​Secondo lo Yoga l’orecchio è l’organo di senso associato al quinto chakra, mentre nell’ayurveda esso rappresenta una delle sedi principali del Dosha Vata, prendersene cura attraverso l'oleazione aiuta a mantenere in forma l’udito, a prevenire le infezioni e i malanni stagionali.
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​Come eseguire Karna Purana

Questo trattamento può essere effettuato in maniera profonda da un medico ayurvedico oppure è possibile optare per una pratica più delicata da eseguire a casa propria, qui sotto sono indicate le istruzioni per il Karna Purana.

Cosa occorre
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Se vogliamo effettuare Karna Purana autonomamente come prima cosa occorre procurarsi in erboristeria un olio medicato specifico per le orecchie, va bene anche del puro olio di sesamo o di cocco, un contagocce nel caso le boccette di olio non ne siano provviste, una ciotola e un paio di salviette pulite, poi seguire le istruzioni qui sotto.
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Preparazione

  • lavare bene le mani
  • portare ad ebollizione dell’acqua e versarla in una ciotola
  • inserire la boccetta di olio dentro la ciotola per qualche minuto in modo da intiepidire l’unguento
  • estrarre la boccetta dall’acqua e dopo averla asciugata con un panno pulito testare sul polso la temperatura dell'olio per evitare scottature
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​Procedura
  1. sdraiarsi su un fianco
  2. mettere un paio di gocce di olio sui palmi delle mani e distribuire bene sulle dita
  3. procedere con il massaggio dell’orecchio Karna Abhyanga 
  4. inserire 6-8 gocce di olio all’interno dell’orecchio rivolto verso l’alto
  5. rimanere sul fianco per 10 minuti affinché l’olio impregni adeguatamente la mucosa e ripetere il massaggio
  6. appoggiare la salvietta pulita sull’orecchio e ruotare la testa in modo da svuotare l’orecchio dall’olio per gravità, tamponando delicatamente il padiglione auricolare
  7. ripetere il trattamento dall’altro lato
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​Consigli e precauzioni

​Al termine della pratica è consigliabile un breve periodo di rilassamento, rimanere, quindi, dieci minuti sdraiati con gli occhi chiusi; successivamente rispettare il silenzio per almeno 30 minuti in un luogo riparato e tiepido, lontano dalle correnti d’aria e dai rumori. 

Il periodo in cui Karna Purana si rivela più utile è la stagione fredda, dall’autunno all’inizio della primavera, possiamo inserire il trattamento nella nostra routine invernale una volta al mese, per una cura più frequente dell’orecchio optare, invece, per Karna Prati Saranam, la versione semplificata del trattamento.

È possibile sostituire i tradizionali oli di sesamo e di cocco, con puro olio di oliva oppure con olio di jojoba, una cera liquida idonea per la detersione dell’orecchio; se non disponessimo di un contagocce per infondere l'olio possiamo usare un cucchiaio, preferibilmente con becco, opportunamente pulito e sterilizzato.

La pratica di Karna Purana è controindicata in presenza di apparecchi acustici, in caso di lesioni all’orecchio, timpano perforato, infiammazioni e infezioni acute, sinusite, allergie a uno o più componenti presenti nell’unguento.

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Il contenuto di questo articolo non sostituisce in alcun modo la consulenza, la diagnosi o la terapia medica professionale.
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Benefici di Karna Purana

  • deterge delicatamente il canale uditivo
  • aiuta a rimuovere il cerume in eccesso
  • idrata e nutre l’orecchio
  • allevia la congestione
  • previene e cura le infezioni
  • migliora la microcircolazione
  • mantiene in forma l'udito
  • può aiutare ad attenuare l’acufene
  • può aiutare in caso di vertigini
  • allevia la tensione mandibolare e del collo
  • allevia l’emicrania
  • induce il rilassamento
  • equilibra Vata Dosha
  • bilancia il quinto chakra
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Marma, punti sensibili tra arti marziali e ayurveda

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Che cosa sono i Marma

​La tradizione indiana immagina il corpo umano costellato da particolari punti energetici detti marma, che riflettono in miniatura l’assetto universale all’interno del microcosmo rappresentato dal nostro organismo. Marma, significa "zona sensibile”, infatti, questi punti si trovano per lo più in aree vitali, che influenzano direttamente la salute dell’individuo, tanto che lesioni in queste zone possono essere molto pericolose, addirittura mortali.

Un punto marma ha la sua sede anatomica dove muscoli, nervi, vasi, tendini e ossa si incontrano. I marma sono classificati in base alla posizione, al tessuto che li compone e agli effetti che producono se danneggiati, e la loro manipolazione può essere utile per stimolare organi, muscoli, articolazioni, ghiandole, strutture e sistemi del corpo umano, inoltre, nella visione metafisica dell'Ayurveda essi si riflettono anche sulla psiche e sull'energia pranica dell'individuo. 

I marma sono analoghi ai punti di agopuntura della medicina tradizionale Cinese, tuttavia non sono coincidenti e rispetto a questi hanno una dimensione variabile, spesso maggiore, la cui unità primaria è più o meno uguale all'ampiezza del dito del soggetto preso in esame. In dettaglio l'unità viene calcolata facendo la media delle dita ad esclusione dei pollici, congiungendo cioè le mani dai mignoli e dividendo per otto la misura presa alla base delle otto dita allineate. Un marma piccolo può essere grande mezza unità "dito" di diametro, mentre uno grande anche 4 unità.
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​Un po’ di storia

​La conoscenza del marma era nota sin dal periodo vedico e pare essersi sviluppata originariamente per fronteggiare le ferite e difendere al meglio il corpo durante le guerre, in seguito si sono evoluti due filoni principali, bellico e medico, che scopriremo insieme nel paragrafo successivo. In epoca classica (1700 a.C. - 700 d.C.) si assiste alla compilazione dei principali testi ayurvedici, le prime tracce dei marma si trovano nell'Athara Veda, seguito da molti altri testi, tra cui Charaka Samhita, Ashtanga Hridaya e Ashtanga Sangraha, che contengono tutti diversi riferimenti, in particolare Sushruta Samhita ne è particolarmente ricco.

Lo studio dei marma diventa fiorente in tutta l'India e si affianca a diverse tradizioni, fino ad espandersi oltre i confini ed approdare nel resto dell'Oriente, dove prenderà diverse strade e subirà cospicue evoluzioni. Dopo un declino durante il periodo coloniale dovuto all’osteggiamento di alcune tradizioni locali, compreso l’esercizio stesso dello yoga, l’utilizzo dei marma in particolare in ambito terapeutico vide una rinascita assieme alla riqualificazione dell’ayurveda a metà del XX secolo, dopo la dichiarazione d’indipendenza dell’India avvenuta nel 1947.
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​Guerra e Medicina

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​In primo istanza lo studio dei marma si è legato all'ambito bellico, in particolare alle arti marziali indiane, tra cui la più nota è la Kalari tipica del Sud dell’India, queste poi si evolvettero in base alle culture locali. Si narra che le arti marziali si diffusero in Oriente grazie a Bodhidharma, un monaco di stirpe indiana, i cui insegnamenti giunsero in Cina, Tibet e Giappone, dando il via allo sviluppo di altre arti marziali, tra cui Kung Fu e Shaolin. In principio la conoscenza dei marma veniva adoperata principalmente a scopo difensivo in quanto in India vigeva Ahimsa, il principio della non violenza, per tale motivo attecchì particolarmente bene nell’ambiente monastico ove non era concesso usare armi. Oltre alla difesa i marma potevano essere utilizzati per infliggere colpi mortali al nemico e conseguire la vittoria in battaglia.
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La seconda grande sfera d'interesse che si occupò dello studio dei marma fu quella del settore medico, infatti, l’Ayurveda ha messo in correlazione i diversi punti sensibili al funzionamento dell’organismo, rendendo i marma dei mezzi per la diagnosi e il successivo trattamento delle malattie, più in generale degli strumenti utili a favorire il benessere e la longevità dell'individuo. La scienza dei marma era detta Marma Vidhya, essa trovò presto largo impiego in chirurgia e comprendeva una serie di terapie dette Marma Chikista volte al recupero della salute e del benessere umano, mentre nel sistema Siddha del sud dell’India i Marma, erano e sono definiti Varma, qui in particolare il loro studio si evolvette parallelamente al fenomeno tantrico e al legame energetico Shiva-Shakti.
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Come agire sui marma: terapie e trattamenti

​Il metodo principe per trattare i marma è il tocco terapeutico che viene effettuato in prossimità e al di sopra degli stessi. La tecnica più utilizzata è sicuramente il massaggio, detto abhyangam, che combina la manipolazione dei punti sensibili alle proprietà benefiche degli oli medicati e aromatici, che vengono spalmati e frizionati nelle aree da trattare. Per effettuare il massaggio si usano solitamente le dita, tuttavia è possibile usare anche le nocche, i palmi delle mani, e ancora polsi, gomiti, avambracci e persino i talloni.
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Un'altra tecnica di manipolazione è la digitopressione, detta Mardana, che consiste nell’applicare una forza mirata e prolungata in un area ristretta, in questo caso direttamente sul marma. Si tratta di un tocco più fine ma non per questo meno potente, praticato essenzialmente usando il polpastrello del pollice o dell’indice, pertanto particolarmente adatto ai marma più piccoli, se invece occorresse trattare i punti più grandi o se si volesse utilizzare una forza maggiore é possibile esercitare la pressione con la punta del gomito.
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​Il metodo erboristico associato ai marma è altrettanto popolare e utilizzato, esso prevede l’applicazione delle erbe direttamente sull’epidermide sotto forma di impacchi, polveri e infusi, queste non solo vengono posizionate sopra al punto sensibile ma spesso vengono introdotte nell’organismo anche per via orale in modo da potenziarne gli effetti. La terapia delle paste, detta Lepa Chikista, è una tecnica erboristica molto apprezzata che prevede l’applicazione sul marma di un unguento composto da erbe prima polverizzate e poi mischiate a dell'olio sino a che non si formi una pasta, le cui proprietà verranno assorbite dalla pelle.
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​Esistono diversi altri modi per trattare i marma, ad esempio attraverso la pratica dello yoga, l’uso di strumenti specifici, i salassi, la stimolazione termica, la terapia pranica e altri metodi ancora, tutti concepiti con l’intento di incrementare il benessere e la salute della persona.
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Karna Abyangam, il massaggio dell'orecchio

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Che cos'è Karna Abyangam

Karna significa orecchio mentre Abyangam è l’arte del massaggio ayurvedico, si tratta, dunque, di un massaggio dell’orecchio e delle aree limitrofe, che aiuta a mantenere il benessere dell’orecchio. Secondo l'Ayurveda nel corpo umano sono presenti svariati marma, dei punti energetici che opportunamente stimolati producono degli effetti benefici sull’organismo, nel nostro caso i marma dell'orecchio, correlati anche a determinate parti del corpo, una vera e propria riflessologia auricolare, ecco perché secondo la tradizione questo tipo di massaggio, oltre a favorire la salute dell’orecchio, influisce positivamente anche su altri organi. 
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​Come fare il massaggio dell’orecchio

Un operatore ayurvedico esperto sa esattamente come agire per stimolare al meglio i marma, in questo paragrafo troverete la procedura per provare ad eseguire un massaggio base dell’orecchio con le vostre mani. Seguite minuziosamente le istruzioni qui sotto per regalarvi una seduta benefica e super rilassante.
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Cosa occorre
​Una boccetta di olio di sesamo è tutto ciò che serve, in alternativa si può sostituire con olio di cocco, di oliva o di jojoba, oppure con un olio medicato specifico per le orecchie che troverete in erboristeria o nei negozi specializzati in prodotti ayurvedici.
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Preparazione 
  • lavare bene le mani 
  • portare ad ebollizione dell’acqua e versarla in una ciotola
  • inserire la boccetta di olio dentro la ciotola per qualche minuto in modo da intiepidire l’unguento
  • estrarre la boccetta dall’acqua e dopo averla asciugata con un panno pulito testare sul polso la temperatura dell'olio per evitare scottature
  • riscaldare le mani strofinandole una con l’altra finché non diventano tiepide
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Massaggio
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  1. mettere qualche goccia di olio sui palmi delle mani distribuendolo bene sulle dita
  2. iniziare con un delicato movimento rotatorio nella zona adiacente all'orecchio e alla mascella, proseguendo per la mandibola e la zona sotto e dietro l’orecchio
  3. pizzicare dolcemente il contorno del padiglione auricolare
  4. posizionare il dito medio nell'incavo sotto il lobo (in corrispondenza del marma Karnamula I) e l’indice a circa 2 cm di distanza dal medio sul processo mastoideo (in corrispondenza di Karnamula II), esercitare una delicata pressione, poi accarezzare il collo scendendo verso la spalla, ripetendo il gesto per alcune volte
  5. sempre con le dita a "V" inforcare l’orecchio in modo che la punta del dito medio si trovi all'altezza dell’attaccatura superiore dell’orecchio e il dito indice dietro il padiglione auricolare, da qui far scorrere le dita verso il basso seguendo il contorno inferiore della mandibola
  6. afferrare l’apice dell'elice, ovvero la punta dell’orecchio (sede del marma Karnapala), e tirarla gentilmente verso l’alto per qualche secondo, poi passare alla coda dell'elice, cioè la parte mediana del padiglione, e tirarla indietro, infine al lobulo (sede di Karnapali) che verrà tirato in basso e verso l’esterno  
  7. Ripetere la trazione delle tre zone (elice, area mediana e lobulo) afferrando l’orecchio dalla conca​
​Struttura dell'orecchio
​e le fasi del massaggio
punto per punto
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Consigli e precauzioni

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Una volta effettuato il massaggio possiamo procedere o meno con Karna Prati Saranam, un trattamento delicato di pulizia e lubrificazione dell’orecchio, che può essere effettuato con una certa regolarità, oppure con Karna Purana, che invece prevede l’oliazione profonda del canale uditivo e che deve essere somministrato con meno frequenza.

Le orecchie e le aree limitrofe sono parti molto delicate, tuttavia possiamo eseguire Karna Abhyasam ogni qual volta ne sentiamo il bisogno, a patto che per precauzione esercitiamo un massaggio davvero gentile, soprattutto tra la radice dell’orecchio e il collo, vicino ai quali passano il nervo vago, la carotide e la vena giugulare, qui se esercitiamo forti pressioni rischiamo di influire sul loro normale funzionamento e addirittura di perdere i sensi. Il massaggio non va effettuato se sono presenti lesioni o infiammazioni acute nelle zone da trattare.

​
Il contenuto di questo articolo non sostituisce in alcun modo la consulenza, la diagnosi o la terapia medica professionale.

Benefici

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​- ha un effetto decongestionante
- migliora la microcircolazione
- aiuta in caso di tinnito
- è benefico in caso di vertigini
- rilassa la mandibola
- contrasta il bruxismo
- rilassa il nervo trigemino 
- lenisce il mal di testa 
- stimola le funzioni cerebrali
- é utile in caso di deficit di attenzione
- ha un effetto calmante 
- riduce iperattività e stress
- migliora la qualità del sonno
- aiuta a equilibrare il Vata dosha
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La cura quotidiana delle orecchie: Karna Prati Saranam

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Prenditi cura delle tue orecchie conย Karna Prati Saranam

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​La routine per le tue orecchie

Karna Prati Saranam è una pratica per la cura quotidiana delle nostre orecchie, che ci aiuta a mantenere pulito il padiglione auricolare, a prevenire le infezioni e l'abbassamento dell'udito. Si tratta di una delicata detersione dell’orecchio attraverso l’uso di olio medicato che possiamo tranquillamente eseguire a casa nostra, nel caso in cui, invece, necessitassimo di un trattamento più incisivo meglio optare per Karna Purana, un trattamento profondo del condotto auricolare.
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​Come fare Karna Prati Saranam

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Per eseguire questo trattamento procuriamoci in erboristeria un olio medicato specifico per le orecchie, va bene anche del puro olio di sesamo o di cocco. Potrebbero anche essere utili: un contagocce, nel caso in cui le boccette di olio non ne siano già provviste, una ciotola e una ​salvietta pulita. A questo punto basterà seguire le istruzioni qui sotto.
Preparazione
  • lavare bene le mani
  • portare ad ebollizione dell’acqua e versarla in una ciotola
  • inserire la boccetta di olio dentro la ciotola per qualche minuto in modo da intiepidire l’unguento
  • estrarre la boccetta dall’acqua e, dopo averla asciugata con un panno pulito, testare sul polso la temperatura dell'olio per evitare scottature

Procedura
  1. mettere un paio di gocce di olio sulle dita e massaggiare gentilmente per almeno un minuto il padiglione auricolare e il contorno di entrambe le orecchie
  2. inclinare la testa da un lato e inserire 1 goccia di olio all’interno dell’orecchio rivolto verso l’alto
  3. inclinare la testa dal lato opposto e inserire 1 goccia nell’altro orecchio
  4. continuare a massaggiare entrambe le orecchie per circa un minuto
  5. asciugare l’eventuale eccesso di olio con una salvietta
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Consigli e avvertenze

Questo trattamento è perfetto per essere inserito nella nostra routine di pulizia giornaliera o settimanale, è possibile sostituire i tradizionali oli di sesamo e di cocco, con puro olio di oliva oppure con olio di jojoba, una cera liquida adatta per la detersione dell’orecchio. 

La pratica di Karna Prati Saranam è controindicata in caso di lesioni all’orecchio, timpano perforato, infezioni acute e sinusite, in presenza di allergie a uno o più componenti presenti nell’unguento. 

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Il contenuto di questo articolo non sostituisce in alcun modo la consulenza, la diagnosi o la terapia medica professionale.
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Benefici 

  • deterge delicatamente il canale uditivo
  • idrata e nutre l’orecchio
  • allevia la congestione
  • previene le infezioni
  • migliora la microcircolazione
  • mantiene in forma l'udito
  • può aiutare a tenere a bada l’acufene
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L'importanza del naso

La salute delle cavità nasali è importante per contrastare i malanni stagionali e tenere lontano gli allergeni ed è essenziale per una buona esecuzione del pranayama, ovvero gli esercizi di respirazione che affiancano la pratica delle posizioni yoga, e della meditazione. Il naso, infatti, oltre ad essere la sede dell'olfatto, costituisce il primo ingresso delle vie respiratorie ma anche il punto d'accesso di eventuali virus e batteri, per questo viene considerato dall'ayurveda la porta principale per un gran numero di malattie.

Il naso nella tradizione yoga è un organo di grande rilievo poiché rappresenta la linea di confine dello scambio energetico tra interno ed esterno: attraverso il respiro l'energia vitale può, infatti, circolare dentro il nostro corpo. Il naso è anche associato a Vishuddha, il quinto chakra, mentre le narici sinistra e destra sono rispettivamente collegate Ida e Pingala, due delle più importanti nadi, ovvero i canali energetici che secondo lo yoga attraversano il nostro corpo e che permettono il fluire del prana.
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Naso in salute

Per questo è fondamentale prendersi cura del proprio naso con delle routine dedicate alla pulizia e alla salute delle mucose. Clicca qui sotto per scoprire alcune pratiche per prenderti cura del tuo naso.

  • Nasya terapia del naso
  • Jala Neti il lavaggio nasale
  • Yoga Triks liberare il naso chiuso
  • Nadi Shodana la respirazione a narici alternate
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Nasya, curarsi attraverso il naso con l'Ayurveda

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Che cos'è Nasya e a cosa serve

Secondo la tradizione ayurvedica il naso è la porta d’ingresso del prana o energia vitale e costituisce un canale diretto con la cavità cranica, quindi con il cervello e la coscienza. Esso rappresenta, tuttavia, anche un delicato varco dal quale le malattie accedono all’interno dell’organismo, per tale motivo l’ayurveda ha sviluppato la pratica di Nasya, un trattamento per mantenere le mucose nasali sane e non solo.

Esso viene somministrato attraverso le narici come terapia nasale per svariate problematiche, in genere per i disturbi che colpiscono la parte superiore del corpo. L'ayurveda se ne serve in particolare per migliorare la respirazione e la circolazione del prana, per ridurre il muco in eccesso e la congestione, per contrastare le affezioni delle vie respiratorie, il mal di testa, i dolori di spalle e collo, ma anche per riequilibrare il sistema nervoso e gli scompensi dei Dosha.


L’olio più conosciuto per eseguire la terapia nasale è il nasyamap, un unguento dalle proprietà nutrienti, equilibranti e emollienti, composto generalmente da olio di sesamo addizionato con estratti vegetali come ad esempio cannella, curcuma, pepe nero e cardamomo. Solitamente il trattamento viene effettuato sotto la supervisione di un medico ayurvedico durante il panchakarma, sebbene nelle varianti meno impegnative possa essere anche somministrato autonomamente, a seguire vedremo in che modo.
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Come fare Nasya 

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Cosa occorre
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Per prima cosa occorre procurarsi in erboristeria del nasyamap medicato o più semplicemente dell’olio di sesamo biologico posto in una boccetta con contagocce, poi basta seguire scrupolosamente le istruzioni qui sotto.

Preparazione
  • lavare bene le mani
  • portare ad ebollizione dell’acqua e versarla in una ciotola
  • inserire la boccetta di olio dentro la ciotola per qualche minuto in modo da intiepidire l’unguento
  • estrarre la boccetta dall’acqua e dopo averla asciugata con un panno pulito testare sul polso la temperatura dell'olio per evitare scottature

Procedura
  • se possibile sdraiarsi in posizione supina, altrimenti inclinare la testa all’indietro, a questo punto inserire un paio di gocce all’interno di una delle due narici
  • procedere massaggiando delicatamente con il mignolo l’interno della narice, oppure frizionare dall'esterno esercitando una leggera pressione sul lembo della narice in modo da spalmare bene l’olio all’interno della mucosa
  • inspirare profondamente dalla narice medicata, chiudendo con le dita quella opposta 
  • ripetere il trattamento dall’altro lato
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Consigli e precauzioni

Dopo aver eseguito Nasya è possibile sentire l’esigenza di soffiarsi il naso, una leggera produzione di muco è del tutto normale, ci aiuterà a rimuovere le ostruzioni e gli agenti infiammatori. L’ideale sarebbe inserire questa pratica durante la nostra routine mattutina oppure prima della meditazione, meglio dopo aver effettuato un lavaggio nasale, in ogni caso, è possibile ripetere il trattamento quotidianamente per mantenere le mucose morbide e in salute. 

Nasya è, invece, sconsigliato dopo i pasti, in caso di asma, difficoltà respiratorie, rinite acuta, nell’ultimo trimestre di gravidanza o in presenza di allergie a uno o più componenti presenti nell'unguento. Se abbiamo una sensibilità all'olio di sesamo possiamo sostituirlo con puro olio di cocco o con olio di oliva biologico. 

Il contenuto di questo articolo non sostituisce in alcun modo la consulenza, la diagnosi o la terapia medica professionale. 

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Karna Marma, i punti energetici dell'orecchio

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Le virtù segrete delle orecchie

La tradizione ayurvedica rappresenta il corpo umano disseminato di punti energetici, detti marma, questi se trattati correttamente possono produrre degli effetti positivi sull’organismo. Anche le orecchie posseggono dei marma specifici, che si collocano sia sul padiglione auricolare sia nelle aree limitrofe, tali punti opportunamente manipolati favoriscono il benessere dell’orecchio, delle zone circostanti e dell'individuo in generale.

​L'Ayurveda, infatti, ritene che esista una vera e propria riflessologia auricolare, e cioè che l'organo dell'udito sia direttamente connesso ad alcune parti del corpo, per cui trattandolo si andrebbe ad agire di riflesso anche su determinati organi. Anche l'auricoloterapia, che si ispira alle convinzioni orientali, sostiene queste connessioni, qui addirittura il padiglione auricolare è sovrapponibile alla raffigurazione di un feto capovolto, così ad ogni parte dell'orecchio corrisponde una specifica area del corpo umano. A seguire vedremo qual è la posizione dei singoli marma dell’orecchio e le loro caratteristiche peculiari.

Quali sono i Karna Marma

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Karna Marma dell'Ayurveda
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Bambino capovolto nell'auricoloterapia
Karnapala (o Karna Urdhva) si trova nella punta delle orecchie, è correlato a Muladara Chakra, alle energie Prana Vayu e a Apana Vayu, e al Vata Dosha in particolare al sub-dosha Apana Vata. Si crede sia collegato alla testa, al collo e alla parte inferiore della schiena, la sua stimolazione è indicata per problemi del tratto cervicale, dell’area lombosacrale, del coccige, per la sciatica, i disturbi al colon e nel caso di iperattività. Si crede, inoltre, che sollecitare il Karnapali favorisca l’acutezza e la prontezza mentale, tanto che gli yogin mettevano un orecchino proprio in questo punto per preservare la saggezza e risvegliare la Kundalini, l'energia divina residuale che risiede in forma quiescente in ogni individuo.

Karnapali (o Dharva Khuta Chidra) si trova al centro del lobo dell’orecchio, è correlato all'energia Prana Vayu e al Pitta Dosha, in particolare ai sub-dosha Sadhaka Pitta e Alochaka Pitta. Si crede che questo punto sia collegato alle orecchie, agli occhi e alla testa, la sua stimolazione è indicata in caso di congestione del canale uditivo, disturbi visivi, dolore perioculare e dell’area temporale, emicrania, vertigini, deficit di attenzione, iperattività e stress. Massaggiare questo punto ha in genere un effetto calmante, inoltre, è una zona molto apprezzata per i piercing perché poco irrorata da vasi sanguigni, in particolare il lobulo rappresenta la testa e il foro al centro rappresenta l'occhio del bambino capovolto.

Karnamula I indica il punto energetico della radice dell’orecchio e si trova dietro al lobo, tra la mandibola e la punta dell'osso mastoide, in corrispondenza di una piccola porzione della ghiandola parotide, è correlato alle energie Prana Vayu e Apana Vayu, a Pitta e Kapha Dosha, in particolare ai subdosha Sadhaka Pitta e Tarpaka Kapha. È un punto molto delicato poiché vicino alla carotide e al nervo vago, quindi non bisognerebbe mai esercitare una pressione troppo elevata in questa zona, si crede sia collegato a testa, collo e reni, se opportunamente stimolato aiuta a contrastare il mal d’orecchio, il tinnito, il dolore periorbitale, i disturbi temporo mandibolari, la tensione del muscolo mastoideo ed è utile nel caso di bruxismo, secondo l’Ayurveda favorisce il benessere dei reni.

Karnamula II (o Vidhura) si trova appena sotto il processo mastoideo, a circa due cm da Karnamula I, anch’esso è correlato all'energia Prana Vayu, Apana Vayu, a Pitta e Kapha Dosha, in particolare isubdosha Sadhaka Pitta e Tarpaka Kapha. La tradizione vuole che questo punto sia collegato a testa, collo e reni, la sua stimolazione è utile per contrastare il mal d’orecchio, il tinnito, il mal di testa suboccipitale, inoltre, favorisce il rilassamento del muscolo mastoideo e del nervo trigemino, aiuta a dissipare il dolore emotivo e secondo la dottrina ayurvedica si riflette anche sul benessere dei reni.
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​Se vuoi effettuare un trattamento delicato sui Karna Marma uno dei modi migliori è provare Karna Abyangam, il massaggio ayurvedico dell’orecchio, oppure puoi scegliere una manipolazione specifica sui marma in un centro specializzato in terapie ayurvediche.

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Prenditi cura delle tue orecchie con Karna Prati Saranam ​


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Panchakarma - Depurarsi con lโ€™Ayurveda

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Cos'è il Panchakarma e quando farlo

Panchakarma, significa letteralmente “cinque azioni” e consiste in una serie di pratiche per depurare l’organismo dalle tossine o ama, al fine di ripristinare vitalità e giovinezza e riequilibrare i tre dosha costitutivi. Secondo la tradizione, ama è l’origine di tutte le malattie, dal momento che le tossine intasano e appesantiscono gli organi, i quali con il perdurare dello squilibrio perdono la propria funzionalità.
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​Panchakarma si attua attraverso cinque diverse procedure terapeutiche che vanno ad eliminare ama, insieme ai dosha e ai dushya in eccesso, per cui è perfetto quando abbiamo bisogno di disintossicarci e prenderci una pausa per corpo e mente. È fondamentale effettuarlo sempre sotto la guida di un medico ayurvedico esperto, poiché le sue pratiche possono risultare pesanti su un soggetto fragile o essere addirittura controproducenti.
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La durata complessiva del trattamento va da un minimo di due settimane fino a circa un mese e mezzo, e in base alle specificità del caso può essere somministrato in forma ridotta o semplificata. Nei prossimi paragrafi vedremo insieme in maniera più dettagliata in cosa consiste il Panchakarma.
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Puvakarma, il pretrattamento

Poichè il corpo deve essere pronto ad accogliere la terapia, si inizia con una procedura d’oliazione interna chiamata Snehapana. Si prevede l’assunzione di pasti leggeri e dosi crescenti di ghee (burro chiarificato) o di olio di sesamo, in modo da ammorbidire i tessuti e riuscire a rimuovere le tossine liposolubili. Basta immaginare il corpo come un bastoncino di legno, se è secco si spezzerà facilmente, mentre se è morbido e nutrito sarà più malleabile e resistente ai trattamenti.

Panchakarma, le cinque terapie 

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1.  Vamana (o emesi). Con questa pratica si induce nell'individuo il vomito terapeutico per ripulire lo stomaco, una pratica depurativa apparentemente un insolita che tuttavia rappresenta un’abitudine facile da osservare nel regno animale e che l’ayurveda replica attraverso l’uso di alcune preparazioni, come quelle a base di madana, una polvere ricavata dalla noce di una pianta, la Catunaregam spinosa, che viene mescolata a liquidi e cibi ed ingerita per stimolare il rigurgito.
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2.  Virechana (o purga). Si tratta di una terapia lassativa per liberare l’intestino dalle scorie tramite l'ingestione di preparati a base di piante mediche sotto forma di decotto, bevande, marmellate o polvere da mescolare nel cibo: tra le più utilizzate vi è triphala, considerata una vera e propria panacea e ricavata dalla Terminalia belerica; anche l’Ipomea turpethum e la Cassia fistula sono molto apprezzate. Altri agenti purganti sono gli oli, tra i più potenti quello ricavato dal Croton tiglium, basta spalmarlo sulla pelle per ottenere l’effetto lassativo.
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3.  Basti (o enteroclisi). Questa terapia è ritenuta tra le più popolari forme di cura e prevenzione delle malattie nel panorama ayurvedico e prevede l’uso di clisteri a base di erbe e oli medicati somministrati per via interna ed esterna al fine di depurare il corpo; l’enteroclisma non viene eseguito solo per la pulizia del colon, ma anche per numerosi altri trattamenti tra cui lavande vaginali, pulizia delle orecchie, impacchi per gli occhi e persino l'irrigazione profonda della testa.
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4.  Nasya (o medicazione nasale). Utile per purificare le vie respiratorie, per mantenere le mucose nasali sane e non solon e in genere per i disturbi che colpiscono la parte superiore del corpo e per migliorare la circolazione del prana; il trattamento viene effettuato conducendo una profonda pulizia delle cavità nasali attraverso l’uso di oli e ghee medicati oppure tramite l’inalazione e i lavaggi con polveri e liquidi medicati con estratti di piante officinali.
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5.  Rakta mohsana (o salasso). È una pratica molto tradizionale che prevede l'estrazione di sangue e liquidi, di solito si procede effettuando un prelievo di sangue tramite l'uso di specifici strumenti, effettuando incisioni e punture venose, oppure in maniera più naturale attraverso la coppettazione o l’impiego di sanguisughe. La sede del prelievo cambia in base all’eventuale patologia ed è indicato in caso di ristagni linfatici ed ematici, infezioni e alcune problematiche della pelle.

Paschatkarma, la rigenerazione finale

Al termine dei trattamenti del Panchakarma, si rivaluta lo stato di salute globale del soggetto e lo si avvia ad un periodo di dieta e routine mirate a ristabilire forza e vigore. Gli vengono somministrati i rasayana, preparati a potente effetto antiossidante che promuovono la formazione e il ringiovanimento dei tessuti. Alla fine di questo periodo la persona viene accompagnata gradualmente al ripristino di una alimentazione adeguata e al recupero delle attività quotidiane.
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Images by Kerala Tourism, Frank Lindecke, Kerala Tourism,Kerala Tourism, Suzanne Schroeter, innacoz 

Benefici del  Panchakarma

Purifica l’organismo
Riequilibra il metabolismo
Aiuta a perdere il peso in eccesso
Riequilibra l’intestino
Rallenta l’invecchiamento
Rinforza il sistema immunitario
Accresce l’energia
Riduce lo stress Rilassa il corpo e la mente
Migliora la memoria e la concentrazione

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    ​Rosa Beltrami

    Founder di Wonderflow Yoga, ha una laurea in comunicazione visiva, ama follemente il suo pianeta e, ovviamente, lo Yoga!

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